Per utilizzare questa funzionalità di condivisione sui social network è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'

14/06/2018: La gestione dei rifiuti non ammette semplificazioni

Alcune domande sul tema della gestione dei rifiuti a Giovanni Barca, già Direttore generale Arpat.

Alla fine di gennaio del 2018, la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, a seguito di numerose audizioni e sopralluoghi, ha prodotto una relazione sul fenomeno degli incendi negli impianti di stoccaggio e trattamento di rifiuti nella quale descrive il fenomeno, cercando di tracciare alcune raccomandazioni.

Prendendo le mosse da quel documento abbiamo posto alcune domande a Giovanni Barca, già Direttore generale di ARPAT, che da lungo tempo si è interessato al tema dei rifiuti, anche in Regione Toscana, per cercare di approfondire con lui alcuni aspetti di questa problematica.

 

Quali sono gli elementi di maggiore interesse che emergono dalla relazione?
La Commissione registra 71 incendi nel 2015 e 65 nel 2016, con un vistoso incremento nell’anno 2017 con ben 72 incendi per i soli primi 8 mesi. In sostanza, nel periodo gennaio – agosto 2017, si sono verificati più di due incendi alla settimana. La distribuzione territoriale di tali eventi vede una prevalenza nel Nord Italia.

Circa la metà degli eventi ha dato luogo a procedimenti penali a carico di ignoti che sono rimasti tali sino all’archiviazione, nella quasi totalità dei casi.

Ciò significa, tra l’altro, che le costose attività di bonifica che dovrebbero seguire alle condanne dei responsabili restano, quasi sempre, a carico della collettività.

La commissione formula alcune ipotesi per spiegare il fenomeno:

  • la fragilità degli impianti, spesso sprovvisti di adeguati sistemi di vigilanza e controllo;
  • la rarefazione (o l’assenza) di controlli da parte delle autorità competenti che consente ai gestori di sovraccaricare gli impianti, aumentando il pericolo d’incendio, senza temere sanzioni;
  • la disomogeneità della risposta investigativa e giudiziaria che determina lo scarso rischio per i colpevoli degli eventi delittuosi di essere indagati e condannati;
  • la scarsa attenzione nel rilascio delle autorizzazioni che sono, spesso, frutto di istruttorie meramente documentali. Il proliferare di impianti di semplice stoccaggio è un segnale che la natura del rifiuto viene modificata solo formalmente e non se ne garantisce la corretta gestione;
  • la congiuntura internazionale legata alla chiusura del mercato cinese di taluni materiali, in particolare plastica, che ha determinato un sovraccarico di materia non gestibile e che ha dato luogo a incendi dolosi “liberatori”.

In che modo questa situazione può essere fronteggiata?
Tra le raccomandazioni, la Commissione evidenzia giustamente la necessità di un potenziamento dei controlli attraverso il Sistema Nazionale di Protezione Ambientale.

Tuttavia, il Sistema, riformato nella legislatura appena conclusa, necessita di finanziamenti adeguati che permettano l’acquisizione di nuove risorse umane e strumentali; in caso contrario, non ci sarà alcun potenziamento dei controlli.

Nell’introduzione delle proprie valutazioni conclusive, la Commissione accenna al tema “dell’interdipendenza tra eventi incendiari e mancata corretta chiusura del ciclo dei rifiuti “, senza giungere però a conclusioni esplicite circa la pianificazione, realizzazione e gestione del sistema integrato dei rifiuti.

Ed è proprio questa, a mio avviso, la carenza della relazione, che non innova rispetto alla consuetudine della politica nazionale di tacere sulla necessità di dotarsi di impianti adeguati alla chiusura del ciclo dei rifiuti.

Quali sarebbero, secondo lei, le scelte da compiere al riguardo?
Anche dai dati forniti dalla relazione, appare evidente che per migliorare l’attuale sistema di gestione dei rifiuti dovrebbero essere realizzati tutti gli impianti tecnicamente necessari in una pianificazione che tenga conto delle esigenze reali.

In particolare, la chiusura del ciclo dei rifiuti deve essere realizzata secondo un principio di prossimità che non scarichi i nostri problemi su altri Paesi o altri Continenti.

I rifiuti e le materie seconde devono avere destinazioni finali certe e a basso costo, anche per rendere più semplici le attività di controllo e combattere più efficacemente i fenomeni di illegalità.

In questi ultimi anni, si è tentato di giustificare l’invio in Cina dei materiali plastici con la convinzione un po’ superficiale che il mercato globale tutto risolva e governi. L’affermazione non convince sia perché tradisce una furbizia - gli impianti li facciano altri perché a noi scomodano - sia perché, nei fatti, non è vero che su questo specifico argomento il mercato possa risolvere tutto.

Infatti, sono in gioco valori come la tutela dell’ambiente, la salute dell’uomo e l’etica ai quali ogni comunità deve dare risposta secondo la propria cultura, tradizione e possibilità economica.

In questo contesto, il mercato dei rifiuti non fa che evidenziare storture e ingiustizie del mondo globalizzato.

L’improvvisa chiusura del mercato cinese dei rifiuti plastici, cui ci eravamo affidati con leggerezza, dovrebbe farci riflettere.

Esaminando il problema con maggiore senso della realtà, si deve convenire che la gestione dei rifiuti in loco è più conveniente anche sotto il profilo economico perché si produce reddito e occupazione e viene data certezza ad aziende e cittadini di poter gestire i rifiuti a costi costanti e nella legalità.

Inoltre, da un punto di vista ambientale, le emissioni che si producono con il trasporto o a causa di incendi colposi o dolosi nei siti di stoccaggio sono ben maggiori di quelle prodotte in impianti di recupero di materia ed energia ben realizzato e controllato. Tale ragionamento vale anche per la tutela delle acque e del suolo.

Spesso però la presenza (o i progetti di realizzazione) di impianti di trattamento dei rifiuti creano conflitti.
Certo, è difficile e complicato spiegarlo, acquisire il consenso e condividere le scelte. Senza fare chiarezza sul tema complessivo dei rifiuti urbani e speciali, il nostro Paese non uscirà mai completamente dalle emergenze croniche di alcune Regioni e dall’infiltrazione della criminalità.

È un tema difficile per ogni amministratore ma risolvibile se in altri paesi europei si sono trovate soluzioni ragionevoli.

Ad esempio, occorre dire con chiarezza che gli impianti di stoccaggio provvisorio e pretrattamento sono esuberanti, mentre sono carenti gli impianti di effettivo recupero di materia e di energia e di smaltimento che andrebbero realizzati o ristrutturati in un numero congruo per ogni Regione; la corretta gestione di questi impianti sarebbe garantita dallo stretto controllo delle autorità ambientali.

La stessa divisione tra rifiuti urbani e speciali andrebbe forse ripensata, non è sempre congruente che la gestione dei primi sia oggetto di privativa mentre i secondi possano essere affidati al miglior offerente in un mercato non affidabile perché poco maturo sotto il profilo tecnologico.

Inoltre, è poco ragionevole concentrare tutto il dibattito sulle migliori soluzioni per la gestione dei rifiuti urbani (circa 30 milioni di tonnellate l’anno) quando gli speciali sono, spesso, più pericolosi e, certamente, la loro produzione è più importante (circa 130 milioni di ton/anno).

Gli strumenti per redigere piani ed interventi, in completa trasparenza e nel rispetto delle norme, ci sono già ed è utile ribadire la centralità del contributo che possono fornire Ispra e le Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente, istituzioni ormai mature e ricche di competenze che andrebbero valorizzate e implementate.

Le direttive europee e i riferimenti per le migliori tecnologie che riguardano le varie tipologie di rifiuto sono consolidate da vari anni e non mancano di indicazioni e raccomandazioni.

Sul piano tecnologico, l’impiantistica è molto progredita. Ciò detto, la gestione dei rifiuti è un problema complesso e strategico per la crescita sostenibile di ogni economia moderna e, come ogni sistema complesso, non ammette semplificazioni e tantomeno infingimenti.

Da pochi giorni si è insediato il nuovo Ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, che con i rifiuti ha avuto a che fare in una delle situazioni più critiche, la Terra dei fuochi. Quali iniziative sarebbero auspicabili da parte sua su questi temi?
Il Ministro vive e ha operato in una regione che molto ha sofferto per una scarsa capacità di programmare e realizzare adeguati impianti di gestione dei rifiuti, credo abbia avuto modo di farsi un idea precisa al riguardo.

Le sfide che dovrà affrontare non sono diverse da quelle dei suoi predecessori e riguardano la chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti, in ogni realtà territoriale del nostro Paese, secondo le direttive comunitarie, ad esempio:

  • promuovere la riduzione della produzione dei rifiuti nella consapevolezza che è obiettivo di per se stesso non risolutivo e che non riguarda soltanto gli imballaggi ma tantissimi settori della produzione;
  • affrontare apertamente il tema dei rifiuti provenienti dalle attività produttive agricoltura, industria e artigianato;
  • realizzare impianti capaci di trasformare l'organico, la plastica e tutte le altre sostanze recuperabili in materiali oggettivamente ed effettivamente riutilizzabile anche attraverso adeguati incentivi;
  • realizzare impianti di produzione di calore ed energia della parte non altrimenti riutilizzabile dei rifiuti urbani e speciali a servizio delle città e delle imprese in alternativa all’utilizzo di combustibili fossili;
  • scoraggiare con determinazione le autorizzazioni ai continui ampliamenti degli impianti di discarica;
  • investire su adeguate risorse umane e finanziare per dare impulso alla bonifica dei siti inquinati.

In ultimo spero si adoperi per dare attuazione alla riforma delle Agenzie Ambientali e di Ispra, istituzioni che da sempre hanno avuto stretta collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato.

 

Fonte: ARPAT


15/03/2024: Una pedalata in bicicletta per aumentare la prevenzione

Il 28 aprile 2024 si terrà una parata in bicicletta in contemporanea in varie città d’Italia per coinvolgere e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della sicurezza sul lavoro e l’importanza della prevenzione.


13/03/2024: Supporto per l'implementazione della banda larga

La Commissione europea sostiene le imprese, i project manager e le autorità dell'UE nell'aumento della copertura di rete per raggiungere gli obiettivi della società dei Gigabit dell'UE.


12/03/2024: Includere le persone con disabilità nel mondo del lavoro

La prassi UNI/PdR 159 fornisce un contributo concreto alla diffusione di un’autentica cultura dell’inclusione. Perché la risorsa più grande è il capitale umano.


11/03/2024: Bando Isi 2023: apertura procedura

Dal 15 aprile al 30 maggio 2024, ore 18:00, è aperta la procedura informatica per la compilazione e registrazione delle domande Isi 2023.


07/03/2024: Gender gap

L’assurdo divario di genere che umilia il ruolo della donna nella società


06/03/2024: MUD 2024 - la scadenza

La presentazione del MUD - per le dichiarazioni riferite all’anno 2023 - dovrà avvenire entro il giorno 1 luglio 2024


05/03/2024: Piattaforme industriali e piloti su larga scala

Le piattaforme industriali digitali sono fondamentali per portare l'Europa avanti nella trasformazione digitale, collegando elementi tecnologici e applicazioni industriali.


05/03/2024: Seminario sugli "Esoscheletri occupazionali"

Roma, 21 marzo 2024. Promosso dall'Inail e dal Centro di competenza Made I 4.0, l’evento intende illustrare le potenzialità e i punti di debolezza associati all’utilizzo degli esoscheletri da parte dei lavoratori che eseguono attività di movimentazione manuale dei carichi


04/03/2024: Revisione delle tabelle delle malattie professionali

Con la circolare n. 7 del 15 febbraio 2024 è data informativa dell'intervenuta revisione delle tabelle delle malattie professionali nell'industria e nell'agricoltura e sono illustrate le principali caratteristiche delle nuove tabelle.


28/02/2024: Il processo di digitalizzazione degli appalti pubblici continua

ANAC rende disponibili i manuali per l’utilizzo del FVOE 2.0. per operatori economici e PA.


27/02/2024: Decreto-legge e pacchetto sicurezza sul lavoro: quali sono le novità?

Il Consiglio dei ministri ha approvato uno schema di decreto-legge sull’attuazione del PNRR che contiene un pacchetto sicurezza sul lavoro che contiene varie novità. Focus sulla qualificazione, sulla “patente a crediti”, sugli appalti e le ispezioni.


26/02/2024: Incidente di Firenze: i possibili provvedimenti e le proposte

Il Governo ha convocato per oggi 26 febbraio 2024 un incontro con le Parti sociali e presenterà in Consiglio dei ministri un provvedimento in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Le prime proposte di modifiche.


22/02/2024: Incidente di Firenze: l’informativa in Consiglio dei ministri

Un comunicato stampa del Consiglio dei ministri riporta alcuni contenuti dell’informativa della Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone su salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro


22/02/2024: Un appello per la sicurezza nei cantieri

L’appello della Presidente dell'ANCE a Rai News24 contro il lavoro nero a favore di qualificazione imprese e formazione operai


21/02/2024: Sicurezza sul lavoro, in arrivo nuovi interventi

In arrivo nuovi interventi in aggiunta a quelli già adottati dal Ministero negli ultimi 16 mesi


21/02/2024: Trasformare il sistema alimentare europeo per una transizione alla sostenibilità

Un analisi delle diverse politiche dell’UE che attualmente modellano il sistema alimentare europeo alla luce delle ultime ricerche sulle dinamiche e sulla governance delle transizioni alla sostenibilità.


20/02/2024: Come gli utenti di Internet hanno protetto i propri dati nel 2023

Alcuni dati interessanti.


19/02/2024: App e dispositivi fitness tracker e protezione dei dati personali

Quando fai sport per tenerti in forma, tieni anche alla privacy? Dal Garante i consigli utili per usare app e dispositivi fitness tracker proteggendo i propri dati personali


16/02/2024: Il crollo in un cantiere di Firenze e la mancanza di sicurezza

Riportiamo un comunicato stampa di Anmil relativo al gravissimo infortunio avvenuto il 16 febbraio 2024 in un cantiere a Firenze con il crollo di una trave in cemento armato.


15/02/2024: Infortuni sul lavoro, nel nuovo numero di Dati Inail il primo bilancio del 2023

In attesa della Relazione annuale, che metterà a disposizione informazioni più consolidate, il periodico curato dalla Consulenza statistico attuariale analizza i numeri provvisori rilevati alla data dello scorso 31 dicembre.


1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11