Allarme incidenti giovanili in provincia di Bergamo

Il recente infortunio di una ragazza quindicenne, morta al suo primo giorno di lavoro in una azienda bergamasca, ha riportato l'attenzione sulla situazione del lavoro minorile.

Secondo i dati Inail comunicati da Bruno Pesenti, responsabile del servizio di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro della Asl di Bergamo, questa provincia detiene il triste primato degli infortuni occorsi a lavoratori minorenni: il 4.4% del totale degli infortuni sul lavoro registrati nel 1999, dato assai preoccupante considerando la media nazionale del 2.2% ed quella lombarda del 2.5%.

Dai dati emerge anche l'aspetto degli infortuni mortali ai neoassunti: ben il 23% del totale provinciale.
Secondo Pesenti questo dato puo' essere letto secondo una duplice interpretazione.
La prima lettura porta ad attribuire alla scarsa esperienza, e quindi alla mancanza di una formazione adeguata, la causa degli infortuni.
Ma Pesenti avanza anche un'altra ipotesi ben più grave, e cioè che non tutti i neoassunti fossero tali, ma fossero regolarizzati solo dopo l'infortunio (la normativa vigente nel 1999 non prevedeva la comunicazione dell'inizio rischio infortunio all'Inail il giorno stesso dell'assunzione).

In quest'ultimo caso si delineerebbe un panorama di lavoro in nero maggiore di quello presunto (ricordando anche il 20% di infortuni mortali del 1999 accaduti a lavoratori non regolari).

A questo proposito, Pesenti ricorda anche che il 23% delle violazioni nel 1999 (273 in 590 cantieri) sono state contestate proprio a chi doveva vigilare sulla sicurezza: committenti e coordinatori.