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Il fenomeno e le carenze infortunistiche nel settore forestale

Il fenomeno e le carenze infortunistiche nel settore forestale
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Agricoltura

11/12/2017

Un intervento si sofferma sui lavori forestali con specifico riferimento all’attività del sottogruppo “Lavori forestali e di manutenzione del verde” nel Coordinamento tecnico interregionale. Gli infortuni, le carenze e gli strumenti necessari.

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Sicurezza Forestale - Categoria Istat: A - Agricoltura, Silvicoltura e Pesca

 

Foggia, 11 Dic – In relazione alle attività del Coordinamento tecnico interregionale in materia di salute e sicurezza e al delicato tema della prevenzione in agricoltura e selvicoltura, un sottogruppo di lavoro, coordinato dal dott. Dario Uber (UOPSAL - APSS - Provincia Autonoma di Trento) e dal titolo “Lavori forestali e di manutenzione del verde”, ha il seguente mandato di lavoro: “predisporre, previa analisi della documentazione e delle esperienze esistenti, nonché delle più gravi dinamiche infortunistiche, documenti di indirizzo finalizzati alla prevenzione dei rischi più gravi nelle operazioni di abbattimento e/o manutenzione del verde, tenendo conto dei diversi livelli organizzativi aziendali (professionisti del settore, operatori stagionali, hobbisti, pubblici dipendenti ,...)”.

 

A ricordarlo è una relazione al convegno “La prevenzione e la salvaguardia di chi lavora e produce in agricoltura. I piani nazionale e regionali 2014 – 2018: attività e prospettive”, un convegno che si è tenuto a Foggia dal 28 al 29 aprile 2017 durante la 68^ Fiera Internazionale dell’Agricoltura e della Zootecnia e che ha affrontato anche alcuni temi relativi alla prevenzione nel lavoro forestale.

 

In “I Lavori Forestali”, a cura del Dott. Dario Uber e del Dott. Andrea Misseroni (Unità Operativa Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro - Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari Trento) vengono riportate alcune riflessioni e indicazioni:

- “il settore forestale nei suoi vari aspetti operativi è caratterizzato da un alto rischio infortunistico determinato da una serie di fattori;

- la presenza di evidenti pericoli intrinseci alla mansione, che in genere risulta gravosa, l’utilizzo di mezzi, attrezzature e macchinari complessi incidono in maniera prevalente nel determinismo del rischio infortunistico;

- incidono anche aspetti organizzativi e logistici resi critici dal contesto ambientale nel quale si svolgono le lavorazioni;

- gli eventi infortunistici del settore assumono spesso una particolare gravità con eventi mortali non rari;

- presenza di figure con un inquadramento professionale non sempre definito e/o che assume talvolta un profilo puramente hobbistico;

- l’importanza che il settore forestale riveste da un punto di vista economico produttivo in alcune vaste aree del territorio nazionale rende necessario un approfondimento finalizzato ad individuare indirizzi omogenei per la pratica lavorativa in tale settore”.

Questo, dunque, il programma di attività:

- “procedere ad un censimento del materiale esistente per valutare la necessità di un eventuale approfondimento per migliorare la conoscenza relative al fenomeno infortunistico (e tecnopatico) del settore forestale e della manutenzione del verde;

- in una seconda fase verificare la necessità di procedere ad integrazioni del materiale esistente o di procedere alla realizzazione di nuovo materiale;

- valutare la necessità di individuare adeguati strumenti di informazione e divulgazione aderenti ai fabbisogni formativi degli addetti al comparto;

- individuare strumenti di indirizzo comuni per il controllo durante la fase di verifica ispettiva al fine di garantire omogeneità di approccio a livello nazionale”.

 

A questo proposito la relazione, che vi invitiamo a visionare integralmente, fornisce una serie di indicazioni relative al numero di infortuni nel comparto forestale a livello del territorio nazionale, anche confrontando il numero di infortuni del comparto con altri comparti e segnalando alcune particolari agenti causali (trattore, motosega, alberi e piante, …).

 

Sono riportati anche alcuni dati relativi al fenomeno infortunistico e tecnopatico in ambito forestale nella Provincia Autonoma di Trento nel quinquennio 2009-2013 e sono mostrati alcuni esempi di eventi (la descrizione degli eventi si basa sugli elementi raccolti a chiusura dell'indagine svolta da UOPSAL e fa in parte riferimento anche ai contenuti delle prescrizioni formulate):

- 2 eventi, ad esito mortale, si sono verificati a cause di una carente valutazione nell’allestimento dei sistemi di ancoraggio delle teleferiche; in uno si trattato del cedimento di una degli ancoraggi, mantra l’altro avvenuto in conseguenza della rottura di un componente del sistema di ancoraggio;

- 8 eventi sono attribuibili ad una scarsa attenzione alla superficie del terreno che in ambiente boschivo è spesso caratterizzato da irregolarità, ostacoli, cedimenti terreno, superficie scivolosa ecc.);

- 8 eventi sono attribuibili a carenze presenti durante la fase di taglio e riguardanti l’area di taglio, le modalità di lavoro non corrette, il mancato rispetto delle procedure ed infine la scarsa attenzione;

- 3 eventi sono attribuibili al mancato rispetto delle distanze di sicurezza e in genere determinanti dall'impatto col pezzo lavorato;

- 3 eventi sono avvenuti a cause delle modalità scorrette di movimentazione del legname e in genera a seguito dello spostamento di tronchi;

- 2 eventi sono infine attribuibili a carenze di informazione/formazione degli operatori.

Una prima lettura dei dati – continua la relazione - potrebbe indurre a “ritenere che gran parte degli eventi presentati siano conseguenti al comportamento dell’operatore e, come spesso accade, facilmente attribuiti a fatalità o comunque ad aspetti difficilmente controllabili, quasi se dovessero inevitabilmente accadere. Se da una parte il comportamento dell’operatore è certamente un fattore importante nel determinismo dell’evento, costituendo il terminale del processo lavorativo, quasi mai lo è da solo, e una valutazione delle dinamiche basata su un approccio metodologico consente spesso di evidenziare che i veri determinanti causali dell'evento sono spesso individuabili in una carente gestione del rischio”.

 

Sono riportate poi anche indicazioni tratte dagli infortuni oggetto di indagini da parte degli SPISAL della provincia di Belluno (periodo 2005-2015) ad esempio con riferimento a fasi di rischio come l’allestimento/trasporto del legname e l’abbattimento degli alberi.

 

Si segnalano poi alche alcuni riscontri relativi alle carenze infortunistiche:

- “in 9 casi è stata evidenziata una mancata valutazione del rischio in relazione all’area di lavoro di taglio (4 casi relativi a terreno, caratteristiche degli alberi, spazi, ecc, 3 casi per non aver rispettato le distanze di sicurezza, 2 in relazione alle operazioni di accatastamento o movimentazione del legname);

- in 7 incidenti (compresi quelli accaduti agli hobbisti con il trattore) è stata rilevata la mancanza di dispositivi di sicurezza nella attrezzatura/macchina;

- in 3 situazioni c’è stato un mancato o errato utilizzo dei D.P.I. (in particolare 2 infortuni durante la salita sugli alberi);

- per 2 infortuni, oltre alla inadeguata valutazione del rischio dell’area di lavoro, si associa la mancata formazione/addestramento del lavoratore;

- nei restanti 7 casi non si è individuata una violazione a norme antinfortunistiche, in quanto la situazione può essere classificata come accidentale o comportamentale per scarsa attenzione alle condizioni ambientali (rischio generico aggravato) in relazione alle caratteristiche dell’area (scivolamento su terreno o durante la salita o discesa da mezzi), o, ancora per azione imprudente del lavoratore stesso (eccessivo carico manuale, avvicinamento con le mani, intervento di manutenzione su macchina in moto)”.

 

In prospettiva, continua il relatore, servono strumenti di informazione e formazione / cultura della sicurezza e strumenti di indirizzo operativo per l’attuazione delle misure e il controllo applicativo, ricordando che servono sono importanti anche “un approccio metodologico alla dinamica infortunistica” e che “esiste sempre un motivo per cui l’infortunio accade, non è mai (o quasi) una fatalità”.

 

A questo punto il documento presenta una serie di strumenti per gli operatori, una raccolta di misure di prevenzione connesse genericamente alle lavorazioni svolte nel bosco ed una serie di moduli e schede esemplificativi. Ricordando, infine, i punti su cui si impegna il gruppo di lavoro: 

- “scheda indirizzi preventivi;

- scheda per la fase di controllo e vigilanza;

- approfondimenti ed indirizzi su aspetti critici”.

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

I Lavori Forestali”, a cura del Dott. Dario Uber e del Dott. Andrea Misseroni (Unità Operativa Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro - Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari Trento), intervento al convegno “La prevenzione e la salvaguardia di chi lavora e produce in agricoltura. I piani nazionale e regionali 2014 – 2018: attività e prospettive” (formato PDF, 1.29 MB).

 

 

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