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Sicurezza sul lavoro: pregi e rischi della web-formazione

In aumento le aziende italiane che fanno riferimento alle modalità di comunicazione dell'Itc - dall'e-learning alle 'aule virtuali' - per la qualificazione dei propri lavoratori.

 
Roma, 13 Ago - Dalla teledidattica alle aule virtuali, gli strumenti dell'information tecnology stanno ormai 'invadendo' ambiti sempre più vasti della formazione. E, tra questi, anche quella legata alla sicurezza sul lavoro. Malgrado una certa diffidenza che questa modalità di insegnamento sembra ancora scontare (non solo da parte degli studenti, ma anche degli stessi teachers), la strada di una rapida diffusione dell'Itc (acronimo di Information and communication technology) in relazione alla cultura della prevenzione sembra comunque spianata.
 
Formazione obbligatoria: aumenta la platea dei soggetti interessati. A contribuire a una sensibile accelerazione in tal senso è stato, in tempi recenti, l'accordo raggiunto dalla conferenza Stato/Regioni. Sottoscritto il 21 dicembre scorso, il documento ha ampliato in maniera significativa la platea dei soggetti che devono seguire obbligatoriamente corsi e lezioni formative, differenziando il monte ore di apprendimento a seconda delle tipologie di rischio che riguardano le specifiche mansioni dei lavoratori. E in un paese come l'Italia - dove il 97% del tessuto economico è costituito da micro e piccole/medie aziende, il cui personale oscilla da uno a 50 dipendenti -  un passaggio del genere può davvero attribuire all'Information technology non pochi vantaggio strategici.


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Tecnologia scorm e aule virtuali: ogni modalità è appetibile. A rendere appetibile, infatti, il ricorso all'Itc sono le importanti economie di scala e la forte flessibilità delle sue modalità di erogazione: e questo a prescindere dal ricorso alla tecnologia scorm (la "teledidattica", caratterizzata da una relazione uno-a-uno tra studente e strumento tecnologico e dove l'apprendimento è controllato da specifici sistemi di tracciamento) o alle aule virtuali basate sul web e sulla trasmissione dati in 'real time' (in questo caso la relazione didattica tra insegnante e studenti è all'insegna dell'"uno-a-molti" e la comunicazione avviene tramite chat, lavagne condivise e videoconferenze).
 
Itc sinonimo di risparmi di scala e di maggiore flessibilità. In generale, dunque, e-learning & C. - se sfruttati correttamente - possono essere sinonimo di importanti risparmi economici e organizzativi (costo dei corsi e delle eventuali trasferte, tempi di assenza dal lavoro e flessione della produzione, etc), ma anche di praticità (la convenienza di raggiungere con una sola soluzione più filiali dislocate sul territorio nazionale o all'estero) e, naturalmente, di ottimizzazione delle risorse. Un quadro complessivo di vantaggi all'interno del quale l'appeal di queste tecnologie sembra destinato a crescere ancora di più anche in relazione alle difficoltà dovute alla crisi economica.
 
Un ambito ancora in "chiaro-scuro". In questo macro-contesto di significati, tuttavia, è legittimo chiedersi anche quali siano i 'confini' che delimitano l' effettiva utilità del ricorso all'Itc. La questione è delicata e rivela come l'ambito resti, per alcuni aspetti (seppure di importanza rilevante) ancora non completamente definito. Punto di partenza ineludibile: la cultura della prevenzione non è un sapere astratto o un gioco intellettuale fine a se stesso, ma l'apprendimento di una forma mentis e di comportamenti essenziali per contrastare il verificarsi degli infortuni sul lavoro. Insomma: qui sono in ballo la salute delle persone e della loro vita, il benessere degli uomini e della famiglia. E, di fatto, l'integrità della società nel suo insieme.
 
Forme di insegnamento misto a tutela della pratica oggettiva. Facciamo un esempio concreto: l'allestimento di un ponteggio può essere insegnato anche in un'aula  virtuale o mediante la teledidattica? "Naturalmente non tutto ciò che fa  capo alla sicurezza può essere appreso in questi modi - risponde Francesco Naviglio, segretario generale dell'Aifos, l'Associazione italiana formatori della sicurezza sul lavoro che conta al momento una platea di circa 20mila utenti in modalità e-learning - L'accordo della conferenza Stato/Regioni prevede, infatti, che ci siano forme di insegnamento miste, che integrino fra loro una parte teorica e una pratica. Tuttavia, è importante precisare proprio come molti ambiti che sembrano adesso oggetto di apprendimento esclusivo tramite esperienza diretta, potrebbero essere, in futuro, approcciati con gli strumenti informatici".
 
I servizi online come strumenti di esperienza virtuale. Del resto non è forse vero che i piloti di jet o di auto ricorrono a simulatori altamente sofisticati per il proprio addestramento? "Allo stesso modo, il montaggio di un ponteggio potrebbe essere 'virtualizzato' tramite dei sistemi sofisticati di software - continua Naviglio - La sicurezza sul lavoro è fondata su comportamenti adeguati e sul concetto di previsione di quello che una persona deve o non deve fare: in tal caso, un primo approccio attraverso il personal computer potrebbe rivelarsi assai utile. Salvo prima o poi andare sul campo a mettere in atto quanto appreso".
 
Ma chi 'forma' i formatori? In breve, se attualmente il luogo fisico - inteso, nel nostro caso, come l'oggettiva impalcatura, fatta di tubi e ponti lungo i quali spostarsi con le cinture di sicurezza - resta ancora 'l'aula' deputata alla formazione, dove gli operai dell'edilizia apprendono e verificano le conoscenze acquisite, non è possibile escludere nei prossimi anni l'approdo a un cantiere totalmente simulato e 'immersivo'. Inevitabile, allora, porsi un'ulteriore domanda, forse ancora più delicata della precedente: come distinguere la qualità effettiva della formazione tra le diverse offerte messe a disposizione dal mercato? Chi ci garantisce, e come, sulla 'formazione del formatore'?
 
L'attenzione da parte della politica. Il problema è di grande attualità e non a caso una recente interrogazione parlamentare ha ipotizzato, in merito, l'eventualità dell'istituzione di un registro ufficiale, a livello nazionale, di professionisti del settore accreditati ai sensi di legge. Una preoccupazione, quella della politica, che riflette come una cartina di Tornasole la consapevolezza maturata da tutti i soggetti che gravitano nel mondo della prevenzione di dovere trovare una modalità di controllo autentica in relazione all'adeguatezza dei tutor.
 
Aifos: "Serve un intervento di regolamentazione". Il problema è riconosciuto dagli stessi operatori. " Le linee guida del 27 luglio 2011 sulla formazione per la sicurezza sul lavoro si sono sostanzialmente limitate a ribadire, in materia di e-learning, quanto affermato nel precedente documento del 21 dicembre, senza aggiungere alcuna sostanziale novità - valuta, ancora, Naviglio - Questo 'silenzio', accompagnato da una ripuntualizzazione di argomenti già trattati, è sembrato per molti aspetti una mancanza voluta: un 'vuoto' che sottolinea l'inadeguatezza di alcuni prodotti e-learning oggi in circolazione sul mercato e che rende necessario un ulteriore intervento specifico e opportuno che introduca una forma di regolamentazione".
 
Ripensare la formazione nei canoni telematici. L'approdo convinto dell'Itc in relazione alla prevenzione - vista la 'delicatezza' della materia - non potrà, in definitiva, che fare riferimento a un complesso di nuovi modelli e schemi organizzativi sufficientemente evoluti per cogliere tutte le potenzialità di queste modalità, rifuggendo (e il rischio c'è) una sterile riproposizione di inefficaci e polverose metodologie del passato. In tale prospettiva, tuttavia, non sono solo programmi e contenuti a dover essere 'filtrati' nei nuovi canoni telematici. Anche gli stessi docenti ed e-tutor sono chiamati a ripensare in modo profondo i propri approcci e categorie e, insieme a loro, l'intero mondo della formazione, tenuto a garantire offerte e progetti improntati a serietà e correttezza. Perché nella scuola 'virtualizzata' gli alunni restano comunque persone in carne e ossa - e non 'avatar' impalpabili - la cui salute e sicurezza sul lavoro dipende anche dalla qualità e dall'efficacia dell'insegnamento ricevuto.
 
 
Fonte: Inail.


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