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Eternit, sentenza storica. I giudici ai due imputati: "Colpevoli"

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Approfondimento

14/02/2012

Presso il tribunale di Torino la Corte presieduta da Giuseppe Casalbore ha condannato in primo grado a 16 anni Stephan Schmidheiny e Louis de Cartier colpevoli per disastro ambientale e omissione di cautele antinfortunistiche.

 
Torino, 14 feb - "Comunque vada, è un processo storico". Il pubblico ministero, Raffaele Guariniello, questa mattina, si era rivolto così ai giornalisti nella maxi aula 1 del tribunale di Torino stipata fino all'inverosimile. E ha avuto ragione. Alle 13:15, rispettando fedelmente l'orario da lui stabilito, il giudice Giuseppe Casalbore ha letto una sentenza destinata a lasciare il segno - non solo in Italia, ma a livello internazionale - nella giurisprudenza relativa all'amianto. I due imputati - il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, 64 anni, e il barone belga Louis de Cartier , 89 anni, ex vertici della multinazionale accusati di disastro ambientale doloso e omissione volontaria delle cautele antinfortunistiche - sono stati entrambi condannati in primo grado a 16 anni, con l'interdizione dai pubblici uffici. Dunque, quattro anni in meno rispetto ai 20 che aveva chiesto Guariniello. La lettura della sentenza si è conclusa dopo tre ore. Ad ascoltare Casalbore i sindaci del casalese con la fascia tricolore, familiari e associazioni delle vittime dell' amianto. Durante l'udienza il giudice si è più volte interrotto per richiamare l'aula all'ordine. "Dovreste fare la cortesia, oltre che di stare in silenzio, anche di stare in piedi", ha redarguito il pubblico.
 


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La difesa: "Faremo appello". Schmidheiney e De Cartier sono stati, dunque, ritenuti responsabili di aver causato la morte di 2.191 persone e di aver causato la malattia di altre 665. La condanna fa riferimento solo alle condizioni degli stabilimenti Eternit di Cavagnolo (Torino) e Casale Monferrato (Alessandria), mentre per quelli di Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli) i giudici hanno dichiarato di non dovere procedere poiché il reato è prescritto. Inevitabile la commozione di alcuni parenti delle vittime che, alla lettura della sentenza, sono scoppiati in lacrime. Grande soddisfazione è stata espressa da Guariniello. "Mi sembra di sognare", è stato il commento a caldo del pm. "Quando abbiamo cominciato pensavamo che fosse un sogno - ha affermato - Con la sentenza di oggi abbiamo realizzato il sogno di dare giustizia a molte famiglie". Lapidario il commento della difesa. "La prima battaglia l'abbiamo persa - ha detto Astolfo Di Amato, legale di Schmidheiny - Sicuramente faremo appello".
 
A Casale risarcimento per 25 milioni di euro. Casalbore ha successivamente elencato gli indennizzi a favore delle parti civili, oltre 6.400, un passaggio che ha richiesto oltre due ore di tempo. Nella lunga lista spiccano i risarcimenti decisi a favore del Comune di Casale Monferrato (25 milioni di euro), della Regione Piemonte (20 milioni) e del comune di Cavagnolo (quattro milioni). Alle centinaia di familiari vengono riconosciuti in media 30mila euro ciascuno (per alcuni ammalati la cifra ha toccato i 35mila euro) e all'Associazione dei familiari delle vittime 100mila euro. Secondo una prima valutazione il complesso dei risarcimenti ai familiari delle vittime dovrebbe attestarsi intorno ai 90-95 milioni.
 
Per l'INAIL provvisionale di 15 milioni. All'INAIL è stata riconosciuta una provvisionale - ovvero una somma di denaro a titolo di anticipo su una successiva causa di risarcimento danni - di 15 milioni. L'Istituto aveva chiesto come parte civile 272.518.026 euro (oltre agli interessi) e una provvisionale immediatamente esecutiva di 185.579.193 euro. Di fatto, la provvisionale ammessa dalla Corte riconosce la responsabilità degli imputati: i quindici milioni, dunque, sono da intendersi come una cifra che il giudice civile non potrà, comunque, disattendere e che - sempre in separata sede civile - potrà essere ulteriormente integrata, fino all'accoglimento della richiesta originaria.
 
Soddisfazione delle parti civili. Una sentenza "equilibrata perché riconosce con chiarezza le responsabilità degli imputati e commina loro una pena notevole": questo il commento dell'avvocato Sergio Bonetto, legale che ha rappresentato il maggior numero di parti civili (circa 300), tra le quali il comune di Cavagnolo. Tali responsabilità - aggiunge Bonetto - sono "la molla che ci ha tenuti attivi per tutti questi anni. Per il risarcimento dei danni vedremo in seguito, anche se c'è un ampio riconoscimento di quelli subiti da centinaia di persone". "Sono soddisfatto - ha concluso l'avvocato - Finalmente c'è  l'accertamento di una situazione che denunciamo da 30 anni: quello che è avvenuto è accaduto per responsabilità di qualcuno. Si è passati da una voce alla certezza giuridica".

 
Fonte: inail.
 



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