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Cartellino rosso al lavoro minorile

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Approfondimento

13/06/2006

Il fenomeno ha registrato quest’anno una netta diminuzione. Il rapporto dell’Ilo.

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In tutto il mondo, sono 218 milioni i minori costretti a lavorare e oltre la metà di loro è esposta alle forme peggiori di lavoro minorile: lavoro in ambienti pericolosi, schiavitù, altre forme di lavoro forzato, attività illecite quali traffico di droga, prostituzione, conflitti armati.

Per riflettere su questa realtà, si è celebrata ieri con eventi in tutto il mondo la “Giornata mondiale contro il lavoro minorile”, promossa dall’ILO (International Labour Organization) con lo slogan "Insieme ce la possiamo fare" .
A Ginevra la Giornata mondiale è stata celebrata con una partita di calcio tra due squadre studentesche, in presenza di personalità del calcio. “ La partita - hanno sottolineato gli organizzatori - vuole mettere in risalto il diritto di tutti i bambini allo studio e al gioco.” Questa azione si inserisce nella campagna “Cartellino rosso al lavoro minorile” che, sin dall’avvio nel 2002, ha raggiunto migliaia di persone in tutti i continenti.

Quest’anno, la Giornata è stata incentrata sui risultati del rapporto mondiale dell’ILO sul lavoro minorile intitolato "The end of child labour: Within reach" (“Porre fine al lavoro minorile oggi è possibile“).
Secondo questo rapporto il fenomeno ha segnato una netta diminuzione in tutto il mondo, soprattutto le forme peggiori di lavoro minorile.
“Porre fine al lavoro minorile oggi è possibile. – ha affermato afferma Juan Somavia, Direttore Generale dell’ILO - Nonostante la lotta contro il lavoro minorile resti una sfida difficile, siamo nella giusta direzione. Possiamo eliminare le sue forme peggiori entro dieci anni senza perdere di vista l’obiettivo ultimo di porre fine ad ogni forma di lavoro minorile”.

Il nuovo rapporto sostiene che tra il 2000 ed il 2004, a livello mondiale, il numero di lavoratori minorenni è sceso dell’11%, da 246 milioni a 218 milioni.
Ma la diminuzione più importante si registra nei lavori pericolosi, con un calo generale del 26% nella fascia di età 5-17 anni, con 126 milioni di lavoratori minorenni nel 2004 invece di 171 milioni secondo le stime precedenti. Per la fascia di età 5-14 anni, la diminuzione nei lavori pericolosi raggiunge anche il 33%.
Il nuovo rapporto attribuisce il merito di tali risultati ad un maggior impegno politico, ad una maggiore consapevolezza e ad un’azione concreta, specialmente per quanto riguarda la riduzione della povertà e l’istruzione per tutti che hanno portato ad un “movimento mondiale contro il lavoro minorile”.
Inoltre è stata sottolineata l’importanza che i paesi in via di sviluppo si impegnino in prima persona nella lotta contro il lavoro minorile, avviando programmi concreti a tempo determinato. “Per quanto il progresso economico sia determinante nel ridurre il lavoro minorile, - sostiene l’ILO - altrettanto importante è l’avvio di politiche giuste per contrastare il fenomeno".

Nonostante i considerevoli progressi nella lotta contro il lavoro minorile, il rapporto mette in evidenza anche importanti sfide, specialmente nel settore dell’agricoltura nel quale sono impegnati 7 lavoratori minorenni su 10. Altre sfide riguardano l’impatto dell’AIDS/HIV sul lavoro minorile ed il collegamento tra l’occupazione giovanile e il problema del lavoro minorile.
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