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Uranio impoverito e tumori

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Rischio cancerogeno, mutageno

10/09/2003

Dall’ISS uno studio riguardo ai casi di linfomi di Hodgkin riscontrati tra i militari italiani impegnati in missioni in Bosnia e Kosovo.

“Uranio impoverito e linfomi di Hodgkin nei soldati italiani in Bosnia e Kosovo: una possibile associazione?”
Questo il titolo di un articolo apparso sul notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità nel mese di agosto e che ha preso in esame lo studio effettuato sui militari italiani impegnati in missioni in Bosnia e Kosovo tra il 1995 ed il 2001.

L’uranio impoverito è usato in munizioni utilizzate per distruggere carri armati e mezzi blindati. Queste munizioni non contengono cariche esplosive, ma i proiettili d’uranio, lanciati a velocità elevatissime, sono in grado di penetrare la spessa corazza metallica di un carro armato e di distruggerlo.

Nel corso delle missioni in Bosnia e Kosovo, furono portati a conoscenza delle autorità competenti e dell’opinione pubblica diversi casi di patologie tumorali fra soldati impegnati in quelle aree.

Poiché fu subito ipotizzata l’eventuale associazione fra queste patologie e le attività svolte in territori potenzialmente contaminati da uranio impoverito, nel dicembre del 2000 fu costituita una Commissione d’inchiesta per valutare gli aspetti medici e scientifici delle patologie tumorali apparse fra i soldati italiani in Bosnia e Kosovo. Compito della stessa Commissione era anche quello di verificare l’esistenza, o meno, di un’associazione fra queste patologie e l’utilizzo d’armi a uranio impoverito nei Balcani.

La propria relazione finale fu presentata nel giugno 2002.

Nell’articolo apparso sul Notiziario dell’ISS, i ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che, direttamente o indirettamente, hanno fornito il proprio contributo scientifico ai lavori della Commissione, hanno presentato una rassegna critica delle attuali conoscenze sugli effetti sanitari delle esposizioni all’uranio e i principali risultati epidemiologici ottenuti dalla Commissione stessa.

La popolazione studiata è quella del personale delle Forze Armate che ha partecipato ad almeno una missione in Bosnia e/o Kosovo nel periodo compreso fra dicembre 1995 e luglio 2001 (Carabinieri), agosto 2001 (Aeronautica e Marina) e novembre 2001 (Esercito).
I tassi d’incidenza delle patologie tumorali della popolazione studiata sono stati confrontati con con quelli delle popolazioni maschili incluse nei Registri Tumori (RT) italiani.

Nel complesso, l’incidenza fra i militari è risultata significativamente inferiore a quella attesa sulla base dei dati deducibili dagli RT. “Questo risultato può essere, in parte, dovuto al fatto che il personale delle Forze Armate è sottoposto, prima dell’arruolamento, a una serie di esami medici che porta alla selezione di un gruppo particolare di popolazione. Inoltre, va considerato che circa il 70% del personale militare impiegato in Bosnia e Kosovo proveniva dall’Italia meridionale, in cui l’incidenza complessiva di tumori è più bassa che nell’Italia settentrionale, da cui provengono i dati di sette RT sui nove utilizzati per l’analisi epidemiologica. Il numero di casi attesi, quindi, potrebbe essere stato sovrastimato.”

L’unico tipo di tumore per cui si è osservato un eccesso statisticamente significativo è il linfoma di Hodgkin, con una significatività che si mantiene indipendentemente da ipotesi sul tempo di latenza della malattia.
Queste le considerazioni conclusive dello studio “Sulla base delle conoscenze attuali, una correlazione causale tra la malattia di Hodgkin e l'esposizione interna non è stata dimostrata. Rimangono, però, dubbi sulla validità del modello radioprotezionistico esistente, quando applicato allo scenario dei Balcani.
I dati rilevati e le informazioni attualmente disponibili non permettono, quindi, d’individuare le cause dell’eccesso di linfomi di Hodgkin evidenziato dall’analisi epidemiologica svolta.
I risultati dell’indagine a campione effettuata sui militari italiani impiegati in Bosnia e Kosovo non hanno evidenziato la presenza di contaminazione da uranio impoverito. Questo risultato è in accordo con quanto rilevato a tutt’oggi dalle altre indagini svolte, sia su militari sia sull’ambiente, a livello nazionale e internazionale.”

L’articolo è consultabile qui.
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Rispondi Autore: saverio vitagliano - likes: 0
05/10/2020 (09:35:58)
in merito alle campagne in libano vi erano usi di uranio impoverito?

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