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Rischi e prevenzione per l’infermiere dei reparti di degenza

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Movimentazione carichi

18/04/2008

La Federazione nazionale dei collegi degli infermieri Ipasvi ha raccolto le tesi di laurea più interessanti riguardo a questa attività lavorativa. Riportiamo alcuni passi di una tesi dedicata alla movimentazione manuale dei carichi.

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Attraverso la segnalazione della newsletter di diario-prevenzione, siamo arrivati a conoscere un ricco archivio di ricerche e tesi universitarie relative al mondo infermieristico.
Si tratta del portale della Federazione nazionale dei collegi degli infermieri Ipasvi ed in particolare del sito del Collegio Ipasvi di Ragusa.
 
Da questo sito riportiamo ampi stralci di una tesi di laurea di Silvana Distefano e intitolata “Movimentazione manuale dei carichi: rischi e prevenzione per l'infermiere dei reparti di degenza”.
 
In questa tesi si ricorda che le “patologie muscolo-scheletriche riferite al rachide lombare sono molto diffuse nelle realtà ospedaliere e per questo motivo hanno destato l’attenzione sia dei legislatori che degli amministratori che stanno cercando di spingere tutto il personale verso un coinvolgimento più profondo nella cultura della sicurezza”.
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Nella tesi, oltre a indicare i rischi del mondo infermieristico e ad affrontare le normative in vigore, si descrivono i metodi (NIOSH e MAPO) per calcolare e valutare gli indici di rischio così da far fronte ai problemi legati alla movimentazione manuale.
 
Inoltre la tesi riporta anche un’indagine svolta presso un’Azienda Ospedaliera siciliana e confronta “i dati epidemiologici riguardanti la prevalenza e l’incidenza di patologie a carico del rachide lombo-sacrale nella popolazione di infermieri ed ausiliari sottoposti al rischio specifico da movimentazione manuale dei pazienti con i dati della letteratura specifica”.
Infine si cerca di “verificare l’efficacia dei sistemi di ausilio e degli interventi preventivi di tipo formativo e tecnico adottati al fine di ridurre la comparsa di disturbi muscolo-scheletrici ed individuare ulteriori interventi da metter in atto per cercare di abbassare l’incidenza di tali patologie”.
 
Le conclusioni a cui perviene la tesi indicano che è evidente “l’importanza di un servizio di prevenzione che analizzi e valuti i rischi di infortuni nelle strutture ospedaliere al fine di ottenere gli strumenti adatti a far fronte a situazioni speso dannose per il personale”.
In questo senso l’attività di sorveglianza sanitaria mirata al rischio è necessaria per:
- “identificare eventuali condizioni negative di salute ad uno stadio precoce al fine di prevenirne l’ulteriore decorso”;
- “identificare soggetti portatori di condizioni di ipersuscettibilità individuale per i quali prevedere misure protettive più cautelative rispetto agli altri lavoratori”;
- “contribuire attraverso adeguate risposte all’accuratezza della valutazione del rischio collettivo ed individuale”;
- “verificare nel tempo l’adeguatezza delle misure di prevenzione collateralmente adottate”;
- “raccogliere dati clinici per operare confronti tra gruppi di lavoratori nel tempo ed in contesti lavorativi differenti”.
 
Questi provvedimenti – conclude questo lavoro – “potrebbero contribuire in tempi medio-brevi e con costi non proibitivi a ridurre notevolmente” il rischi legato alla movimentazione manuale dei carichi.
 
 
 
Tiziano Menduto


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