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Gas radon: valutazione dei rischi e misure di prevenzione

Gas radon: valutazione dei rischi e misure di prevenzione

Autore: Nicola Canal

Categoria: Valutazione dei rischi

06/06/2014

Un documento in rete fornisce informazioni sul gas radon, sull’obbligo di valutare l’esposizione scatta quando i lavoratori permangono in ambienti sotterranei o seminterrati e sulle misure di prevenzione per eliminare o ridurre il rischio.


Belluno, 6 Giu – Il radon è un  gas naturale inerte che può essere ritenuto un "killer silenzioso”: è un cancerogeno certo per l’uomo, ma raramente se ne parla e difficilmente si è consapevoli del rischio. Per questo motivo pubblichiamo qualche breve estratto di una “Informativa sul problema del ‘radon’ nei luoghi di vita e di lavoro” con riferimento alla valutazione del rischio e alle misure di prevenzione. Un’informativa presente in rete ed elaborata dall’Ing. Nicola Canal.

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“L’obbligo di valutare l’esposizione scatta quando i lavoratori permangono in ambienti sotterranei o seminterrati (con almeno tre pareti confinanti con il terreno) per almeno 10 ore al mese. Il valore che non può essere superato é 500 Bq/m3 (Il Becquerel per metro cubo – Bq/m3 – è la grandezza di riferimento utilizzata per valutare l’attività del radon, e rappresenta il numero di decadimenti nucleari che hanno luogo ogni secondo in un metro cubo d’aria.).
La normativa di riferimento é il D. Lgs. 26/05/2000 n. 241.
 
Il medico competente, ove presente un’attività lavorativa in locali sotterranei o seminterrati, deve quindi provvedere a fornire le giuste informazioni al datore di lavoro e lavoratori e ad annotare, a tutela medico-legale degli stessi, in cartella sanitaria e di rischio l’attività svolta in tali locali, qualora il datore di lavoro non dia seguito alla valutazione, nonostante le indicazioni fornite dal medico nell’ambito della collaborazione alla valutazione dei rischi.”
 
 
Cenni alle modalità di eliminazione/riduzione del rischio
“Una volta accertata la presenza di Radon, si può diminuirne la pericolosità con una serie di azioni di rimedio:
- depressurizzazione del terreno;
- aerazione degli ambienti;
- aspirazione dell’aria interna specialmente in cantina;
- pressurizzazione dell’edificio;
- ventilazione forzata del vespaio (es. realizzato con l’uso di elementi tipo ‘Iglù’);
- impermeabilizzazione del pavimento;
- sigillatura di crepe e fessure di muri e pavimenti contro terra;
- isolamento di porte comunicanti con le cantine.
 
I costi di bonifica, in base alla concentrazione di gas e alla struttura dell’edificio, possono variare indicativamente da poche centinaia di Euro a qualche migliaio di Euro.
Il metodo più efficace ed immediato – anche se provvisorio, ma proprio per questo adatto alle
lavorazioni di cantiere – per liberarsi del gas è aerare correttamente i locali: i fori (finestre, porte) devono essere aperti almeno tre volte al giorno per min. 10 minuti, iniziando dai locali posti ai livelli più bassi; la chiusura, invece, deve iniziare dai piani più alti, per limitare l’effetto ‘camino’.”
 
 
Informativa sul problema del ‘radon’ nei luoghi di vita e di lavoro”, a cura dell’Ing. Nicola Canal (formato PDF, 687 kB).
 
 

Creative Commons License Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

 

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