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Rifiuti: una nuova prassi per l’asseverazione dei modelli organizzativi

Rifiuti: una nuova prassi per l’asseverazione dei modelli organizzativi
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Interviste e inchieste

21/11/2016

L’UNI ha recentemente ratificato una prassi per l’asseverazione dei modelli di organizzazione nelle aziende dei servizi ambientali territoriali. Presentiamo la prassi e ne parliamo con Cinzia Frascheri, responsabile Cisl salute e sicurezza sul lavoro.


Milano, 21 Nov – Dopo l’introduzione nel D.Lgs. 81/2008 (attraverso il D.Lgs. 106/2009) del riferimento all’asseverazione per i modelli organizzativi, PuntoSicuro si è soffermato più volte sul tema presentando le prime prassi di riferimento, ad esempio in edilizia, e alcune riflessioni sulla delicatezza e criticità di questo processo.

 

Ricordiamo che l’asseverazione dei modelli organizzativi è infatti quel processo con il quale un organismo paritetico – con riferimento a quanto contenuto nell’articolo 51 del Testo Unico - dichiara di aver esaminato la corretta adozione e l’efficace attuazione da parte dell’impresa richiedente di un modello di organizzazione e gestione della sicurezza, conforme ai requisiti dell'art. 30 del  Decreto legislativo 81/2008 (TU). Un processo che, come abbiamo detto, ha sollevato in questi anni diverse riflessioni, anche tra gli stessi sindacati confederali che con l’ Accordo interconfederale per l’Artigianato del 13 settembre 2011 sembravano essersi mostrati molto cauti sul processo asseverativo, ad esempio cercando di predisporre criteri relativi alle ‘specifiche commissioni paritetiche, tecnicamente competenti di cui all'art. 51 comma 3 ter, nonché sulle procedure e sulle modalità per il rilascio delle attestazioni relative allo svolgimento delle attività e dei servizi di supporto a sistema delle imprese’.



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Tuttavia malgrado queste “precauzioni”, dopo le prime prassi di riferimento in edilizia pubblicate nel 2013, il 23 settembre 2016 è stata pubblicata una nuova prassi di riferimento (UNI/PdR 22:2016) dal titolo “Linee Guida per la procedura operativa per l’asseverazione dei modelli di organizzazione e gestione della salute e sicurezza nelle aziende dei servizi ambientali territoriali”.

 

Il documento – che nasce dalla collaborazione  tra l’ Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI) e la Fondazione Rubes Triva - fornisce gli “indirizzi operativi per il rilascio dell'asseverazione dei modelli di organizzazione e gestione della salute e sicurezza sul lavoro adottati ed efficacemente attuati dalle aziende che operano nel settore dei servizi ambientali e territoriali nell'ambito del ciclo dei rifiuti urbani e dei rifiuti speciali”.

 

Tale prassi di riferimento descrive infatti il processo attraverso il quale la Fondazione Rubes Triva - in qualità di organismo paritetico - eroga il servizio di asseverazione alle aziende che operano nell’ambito dei servizi ambientali territoriali.

Il documento identifica e analizza le fasi che caratterizzano l’attività di asseverazione:

- fase istruttoria iniziale: richiesta di asseverazione da parte del datore di lavoro (o suo incaricato) dell'azienda asseverabile che opera nel settore dei servizi ambientali territoriali nell’ambito del ciclo dei rifiuti urbani e dei rifiuti speciali alla Fondazione Rubes Triva; verifica pre-requisiti dell'azienda richiedente il servizio di asseverazione, da parte della Fondazione Rubes Triva; attivazione attività di asseverazione;

- fasi di verifica dell’adozione e attuazione del modello di organizzazione e gestione (MOG): analisi dei requisiti documentali (verifica e analisi degli obblighi documentali e procedurali relativi all'adozione da parte dell'azienda asseverabile richiedente del modello di organizzazione e gestione); verifica in campo (verifica nelle sedi degli impianti di trattamento rifiuti, nei cantiere/i e in ogni altro luogo di lavoro dell'azienda asseverabile richiedente); redazione del rapporto di verifica (conclusioni della verifica);

- fase di valutazione: al termine della quale si può avere o non avere il rilascio dell’asseverazione.

Inoltre il mantenimento dell’asseverazione e le verifiche di sorveglianza concludono il processo di asseverazione, che viene descritto nel documento individuando modalità operative e competenze necessarie degli operatori incaricati nel processo.

 

Ricordiamo infine che tale prassi – che non ha il significato di “buona prassi” come definita nel Testo Unico e non è una norma tecnica - introduce prescrizioni tecniche per un tempo limitato, non superiore a 5 anni. Entro i cinque anni le prescrizioni possono essere trasformate in un documento normativo (UNI, UNI/TS, UNI/TR) o ritirate.

 

Dopo aver presentato il nuovo documento, non rimane che tornare alle riflessioni sul tema dell’asseverazione anche in riferimento all’atteggiamento di cautela, che parrebbe cambiato - da parte di Cgil, Cisl e Uil – in merito a questa materia.

E per avere qualche chiarimento abbiamo rivolto qualche domanda ad una delle persone che hanno fatto parte del tavolo “Asseverazione dei servizi ambientali”, che ha elaborato la norma: Cinzia Frascheri, Responsabile nazionale Cisl di salute e sicurezza sul lavoro.

 

Il tema dell’asseverazione della corretta adozione e attuazione di un modello di organizzazione e gestione è molto delicato. E secondo quanto previsto nell’Accordo interconfederale per l’Artigianato del 13 settembre 2011, le parti, tra cui le Organizzazioni sindacali confederali, sembravano aver “preso tempo” su questa possibilità…  Poi sono arrivate le Linee Guida UNI/PdR 22:2016…

Come organizzazioni sindacali avete cambiato idea sull’asseverazione?

 

Cinzia Frascheri: Per una risposta compiuta a questa domanda occorre mettere alcuni punti fermi fondamentali sul tema.

Nel d.lgs. 81/08 non si ha alcuna definizione di asseverazione. L’unico specifico riferimento introdotto sul tema lo si ha nell’art. 51 dove, tra le attestazioni su richiesta delle imprese che l’organismo paritetico può rilasciare, viene prevista l’asseverazione riferita all’adozione e all’efficace attuazione dei Modelli di Organizzazione e Gestione (MOG), previsti a loro volta dall’art.30, dello stesso decreto legislativo.

In tal senso, l’indicazione chiara che dal legislatore perviene è quella di considerare l’asseverazione un’attestazione che ha delle caratteristiche proprie che la differenziano dalla certificazione, in quanto se no, non vi sarebbe stato motivo di indicare tale diverso specifico strumento. L’attribuire, quindi, il potere di asseverare ai soli organismi paritetici, deve essere considerato elemento centrale identificativo di tale procedura.

Anche in tema di MOG, il legislatore, ha pertanto voluto evidenziare l’importanza del dover essere sempre perseguito (e, nel caso specifico, garantito non solo quale adozione, ma anche efficace attuazione nel tempo) un modello di prevenzione che ponga a centralità un sistema partecipativo; criterio che permea tutto il d.lgs. 81/08, basando i ruoli e le relazioni, tra le diverse figure della prevenzione aziendale, su di un piano di collaborazione, e pertanto, circolare, anziché di contrapposizione.

 

Per poter attuare questo, due gli elementi cardine fondamentali: un organismo paritetico, che risponde ai requisiti previsti all’art.2, comma 1, lett.ee e delle aziende che siano “pronte” a richiedere di asseverare i propri MOG.

Sul primo punto sappiamo quanti problemi ancora sussistano in merito al riconoscimento degli organismi paritetici, non più tanto sui criteri necessari per poter dimostrare l’essere “comparativamente più rappresentative sul piano nazionale” da parte delle associazioni datoriali e organizzazioni sindacali che compongono gli organismi, ma sulla verifica di tali criteri.

Già solo il recente Accordo Stato-Regioni del 7 luglio 2016 in tema di formazione, ha nuovamente confermato i criteri identificativi per quanto concerne gli organismi paritetici, ma ad oggi a mancare, oltre ad una normativa specifica, è l’azione di controllo che dovrebbe portare ad escludere dall’operatività i tanti presunti organismi che non rispettano i criteri necessari previsti.

Per quanto riguarda le aziende, è fondamentale che vi siano delle realtà, non solo che siano propense a richiedere ad un organismo paritetico il rilascio dell’asseverazione del proprio MOG, ma che siano già in una condizione favorevole a tale richiesta, nel senso di aver impostato il proprio sistema di prevenzione e la propria organizzazione, non solo nel pieno rispetto della normativa vigente, ma anche nella piena concretizzazione di una modalità operativa nel segno della partecipazione.

 

È in questo senso che, quando come organizzazioni sindacali nazionali affrontammo inizialmente il tema, come Lei ricorda, durante la stipula dell’ Accordo interconfederale per l’Artigianato del 2011, ritenemmo che i tempi non erano maturi per poter avviare un percorso verso l’asseverazione.

Le condizioni che invece si sono presentate lo scorso anno, quando l’organismo paritetico del settore dell’igiene ambiente ha avanzato l’intenzione di lavorare ad una prassi di riferimento (quale strumento regolativo dell’UNI) per stendere delle Linee Guida per l’asseverazione dei MOG nel proprio settore di riferimento, sono apparse subito diverse e favorevoli.

La certezza della piena titolarità dell’organismo paritetico, è stato il primo elemento di garanzia, così come il settore aziendale dell’igiene ambiente, nel quale operano realtà strutturate, tra le quali vi sono aziende che da tempo hanno intrapreso il percorso della certificazione e l’adozione di MOG, ponendo a priorità un modello di relazioni interne a carattere partecipativo. Indicativo in tal senso il coordinamento spontaneo degli RLS del settore, in Toscana, che ha creato un tavolo permanente di analisi delle problematiche in tema di salute e sicurezza sul lavoro nel quale siedono le figure aziendali della prevenzione ed esperti esterni, al fine di un confronto costruttivo volto alla tutela dei lavoratori.

 

Per tutto questo, si è ritenuto come organizzazioni sindacali di partecipare ai lavori dell’elaborazione delle Linee guida, in particolare io direttamente sono stata incaricata dalle tre organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl e Uil di categoria, già presenti nell’organismo paritetico) a far parte del gruppo di esperti componenti del Tavolo di “Asseverazione dei servizi ambientali” condotto da UNI, alla presenza anche di esperti dell’INAIL.

Il 23 settembre u.s. si è giunti in fondo al percorso, con la pubblicazione della Prassi di riferimento (UNI/PdR 22:2016); è da adesso in poi, però, che si dovrà dare concretezza al percorso, agendo con estrema attenzione tenuto conto della complessità del tema, dell’importanza dello strumento dell’asseverazione e degli effetti che dal rilascio di questa ne possono discendere, considerato l’ambito prevenzionale e penale nei quali si opera.

A principale garanzia, comunque, oltre all’organismo paritetico che andrà a rilasciare l’asseverazione, è senz’altro la commissione tecnica paritetica che è stata costituita, nel rispetto di quanto richiesto e previsto dalla normativa vigente (così come dalla stessa prassi di riferimento), che vede, non perché io ne faccio parte, membri di certa competenza, con requisiti di esperienza professionale acclarata nella conoscenza ed implementazione dei MOG, così come anche di evidente e dichiarata esperienza nel sistema delle relazioni di natura partecipativa.

 

Quali sono a suo parere gli aspetti positivi di queste nuove linee guida?

 

Cinzia Frascheri: A conferma e coerenza con quanto detto prima, il punto fondamentale sul quale l’asseverazione deve basare la sua specificità quale attestazione, differente dalle certificazioni, è il porre ad attenzione primaria il radicamento del modello partecipativo nell’ambito del MOG dell’azienda che richiede il rilascio di tale particolare attestazione. Pertanto, non si andrà solo ad attestare la bontà organizzativa dell’azienda, quale intervento tipico previsto per il rilascio delle certificazioni, ma anche la bontà partecipativa.

Indicativi, in questo senso, due passaggi nodali dell’Introduzione della Prassi di riferimento, nei quali si dice che ai fini della verifica per il rilascio dell’asseverazione andranno privilegiati, tra gli elementi fondamentali : “gli obblighi giuridici relativi allo svolgimento del ruolo del RLS e alla partecipazione attiva dei lavoratori” e che siano condizione necessaria e indispensabile “il sostegno e l’impegno di tutti gli attori che partecipano, a diverso titolo, nei processi aziendali”.

 

Queste linee guida apriranno la strada ad altre prassi di riferimento per il rilascio di asseverazione in altri comparti?

 

Cinzia Frascheri: Immagino di sì, ma tengo a precisare che il tema centrale non è ad oggi avere o meno una prassi di riferimento (al di là che quanto svolto sotto la conduzione di UNI offre senza dubbio elevate garanzie di correttezza procedurale), ma il non favorire un ulteriore filone di sviluppo degli organismi paritetici “farlocchi” attratti solo dal voler fare della prevenzione un mero business, non garantendo il rispetto dei principi fondamentali sui quali si deve necessariamente basare, nel caso specifico, l’asseverazione.

È bene, pertanto, ad oggi, fare la più ampia informazione sul tema, facendo sapere che l’unica procedura operativa valida per l’asseverazione dei MOG è quella prevista per le aziende che operano nel settore dei servizi ambientali territoriali nell’ambito del ciclo dei rifiuti urbani e rifiuti speciali, rilasciata dall’organismo paritetico nazionale di riferimento. Perché, se va detto che anche il settore dell’edilizia aveva steso una procedura (a cura del CNCPT), tale percorso, ad oggi, per varie ragioni, si è momentaneamente arenato. Considerata però l’esperienza pilota che tale organismo paritetico aveva fatto, è stato ritenuto importante inserire proprio nel tavolo di stesura della Prassi di riferimento dell’igiene ambiente, anche un rappresentante di tale procedura.

 

In relazione alla delicatezza del tema e all’importanza del lavoro di asseverazione, ci sono a suo parere degli interventi normativi necessari che chiariscano e favoriscano criteri e competenze idonee? Non potrebbe lavorarci, ad esempio, la Commissione Consultiva di cui lei fa parte?

 

Cinzia Frascheri: Da tempo, non solo come organizzazioni sindacali nazionali, ma anche con le associazioni datoriali che con noi siedono nella Commissione consultiva permanente, stiamo chiedendo che si giunga sia alla definizione dei criteri (mediante atto normativo vincolante), sia che si identifichi l’istituzione che si adoperi per svolgere il controllo sul territorio del rispetto dei criteri indicati. L’urgenza è sotto gli occhi di tutti, in primis, sul tema della formazione, vista la proliferazione di organismi che operano indisturbati, portando un danno alle aziende che ignare si affidano/fidano; e non lo è meno, guardando ad un imminente futuro, anche ai fini dell’asseverazione. Speriamo che con la costituzione della nuova Commissione consultiva, che dovrebbe a breve ripartire, si possa giungere al più presto a tale auspicato obiettivo di chiarezza, regolarità e garanzia di tutela, per tutti coloro che operano nel rispetto delle regole e a favore della salute e sicurezza di quanti prestano un'attività lavorativa.

Raggiunto questo primo fondamentale traguardo, ci si potrà occupare anche di andare a regolare le modalità di comunicazione agli organi di vigilanza delle asseverazioni rilasciate, attuando quanto previsto dal legislatore del d.lgs 81/08, al fine che questi ne possano tenere conto nella programmazione delle proprie attività, così come anche il prevedere forme di premialità da parte dell’INAIL per le aziende che dimostrino di aver ricevuto l’asseverazione del proprio MOG.

 

 

 

Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI) – Fondazione Rubes Triva - Linee Guida per la procedura operativa per l’asseverazione dei modelli di organizzazione e gestione della salute e sicurezza nelle aziende dei servizi ambientali territoriali - prassi di riferimento UNI/PdR 22:2016 - ratificata dal Presidente dell’UNI il 21 settembre 2016 - elaborata dal Tavolo “Asseverazione dei servizi ambientali”.

 

Cgil, Cisl, Uil e le Associazioni artigiane - Stesura definitiva dell’Accordo applicativo del D.Lgs. 81/2008 e smi del 28 giugno 2011.

 

 

 

Tiziano Menduto



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Rispondi Autore: Carlo Timillero - likes: 0
21/11/2016 (15:10:39)
Per un'informazione corretta riporto il testo completo del comma 3 bis dell'art.51 dal quale si evince che l'asseverazione ha, eventualmente, valore solo(ndr:per fortuna) nei confronti degli organismi di vigilanza che potrebbero tenerne conto nella programmazione delle loro attività di vigilanza. Tipo "se hai il MOG asseverato dal comutato paritetico non veniamo a ispezionarti".
Ho grossi dubbi che tale asseverazione venga in qualche modo considerata dal Giudice in corso di giudizio per valutare l'efficacia esimente di un MOG.
Personalmente spero che venga emessa presto la norma 45000 e che questo passaggio porti un po' di chiarezza in un sistema abituato a troppe forme di "certificazione" leggera e poco credibile.


Gli organismi paritetici svolgono o promuovono attività di formazione, anche attraverso l’impiego dei fondi
interprofessionali di cui all’articolo 118 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e successive modificazioni, e dei
fondi di cui all’articolo 12 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, nonché, su richiesta delle imprese,
rilasciano una attestazione dello svolgimento delle attività e dei servizi di supporto al sistema delle imprese, tra cui
l’asseverazione della adozione e della efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione della sicurezza
di cui all’articolo 30, della quale gli organi di vigilanza possono tener conto ai fini della programmazione delle
proprie attività;

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