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Sicurezza sul lavoro: come coinvolgere le PMI?

Sul numero di PuntoSicuro di ieri è stata data notizia della pubblicazione, da parte dell’Agenzia europea della relazione “Il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro nelle PMI: esempi di assistenza efficace”.

Il testo integrale della relazione è disponibile solo in lingua inglese, tuttavia l’Agenzia ne ha pubblicato una sintesi in tutte le lingue dell’Unione.

La relazione raccoglie 18 esempi pratici, rivelatisi validi, di servizi di assistenza in materia di sicurezza e salute sul lavoro nelle PMI.
Le realtà delle PMI sono le più varie con un’ampia gamma di fattori di rischio; un aspetto colto dalla relazione che ha presentato esempi di buona prassi nell’assistenza alle PMI che si differenziano sia per quanto riguarda le persone coinvolte nella loro attuazione sia per quanto riguarda gli obiettivi perseguiti o i mezzi impiegati.
I casi sono stati raggruppati in tre categorie: azioni realizzate a livello nazionale, regionale e settoriale.

L’ostacolo spesso incontrato nelle iniziative di assistenza alle PMI per la sicurezza sul lavoro è la difficoltà ad entrare in contatto con le PMI e a convincerle a partecipare.

Le azioni che sono riuscite a coinvolgere il maggior numero di imprese sono quelle che sono state realizzate in un settore ben determinato e quelle concernenti un rischio specifico.

Tra i casi presentati vi è una iniziativa italiana nel campo della formazione e della formazione dei lavoratori, promossa dalla provincia di Lucca.
Il programma ha incoraggiato lo sviluppo di una cultura di sicurezza del lavoro nelle PMI mediante la creazione di una nuova figura, vale a dire l’informatore/formatore aziendale per la sicurezza.
Nel corso di quattro mesi sono stati impartiti otto corsi di formazione a 115 partecipanti e sono stati distribuiti alle imprese 3 000 pacchetti informativi.

Questi in sintesi le caratteristiche individuate dall’Agenzia per una iniziativa efficace nei confronti delle PMI:
-concentrarsi su un particolare settore o tipo di rischio;
-semplicità ed economicità: agire con misura, evitando le soluzioni troppo complesse o costose;
-ottenere la partecipazione dei vari interlocutori (datori di lavoro, associazioni dei datori di lavoro, lavoratori, sindacati) in fase di pianificazione e realizzazione;
- misurarne l’adeguatezza mediante:
un’analisi preliminare delle esigenze;
una valutazione sistematica a posteriori dei risultati conseguiti;
-fornire un sostegno gratuito o a un costo contenuto;
-contribuire a promuovere una cultura sostenibile della prevenzione dei rischi in materia di SSL nelle PMI;
-combinare interventi attivi con documentazione e strumenti pratici.

La sintesi della relazione è disponibile qui.
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