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DPI delle mani e delle braccia: tipologia e requisiti

DPI delle mani e delle braccia: tipologia e requisiti
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: DPI

23/04/2015

Informazioni sui dispositivi di protezione individuale delle mani e delle braccia tratte dal progetto “Impresa Sicura”. I rischi per le mani, la normativa, la tipologia dei dispositivi di protezione e i requisiti generali e fondamentali.

 
 
Roma, 23 Apr – Le nostre mani, strumenti preziosi e fondamentali per la nostra vita e il nostro lavoro, sono una delle parti del corpo più colpite da incidenti professionali. Ed infatti l’allegato VIII del D. Lgs. 81/2008, specialmente con riferimento alle “Indicazioni non esaurienti per la valutazione dei dispositivi di protezione individuale”, riporta molte informazioni sull’utilizzo dei guanti di protezione, sui rischi da cui proteggersi e sui fattori da prendere in considerazione per la scelta del DPI. E al Titolo VIII (Agenti fisici) del Testo Unico, al Capo III, si fa riferimento anche ai guanti di protezione contro rischi da vibrazione.
 
Per affrontare il tema generale dei dispositivi di protezione individuale delle mani e delle braccia riprendiamoa sfogliare i documenti correlati al progetto multimediale Impresa Sicura - elaborato da EBER, EBAM, Regione Marche, Regione Emilia-Romagna e Inail - che è stato validato dalla Commissione Consultiva Permanente per la salute e la sicurezza come buona prassi nella seduta del 27 novembre 2013. Progetto che ha prodotto negli anni diversi materiali relativi alla prevenzione in vari comparti lavorativi (metalmeccanica, cantieristica navale, lavorazione del legno, calzature, ...) e una raccolta dettagliata di informazioni sui Dispositivi di Protezione Individuale nel documento “ ImpresaSicura_DPI”.
 

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Dopo aver descritto i vari rischi a cui possono essere soggette le nostre mani (meccanici, biologici, chimici, fisici, termici, elettrici, ...) il documento ricorda che la protezione da tali rischi si può ottenere tramite “DPI di diversa conformazione anche in funzione della parte della mano e/o del braccio che si vuol proteggere”.
Ad esempio si possono utilizzare:
- guanti a manopola: “sono adatti per i lavori pesanti (‘presa grossa’). Possono essere facilmente sfilati in caso di necessità. Sono normalmente in pelle resistente e sono adatti soprattutto come protezione contro lesioni provocate meccanicamente, ad esempio trasporto, lavori di imbracatura, lavori di smistamento e riparazioni, presa o sostegno di oggetti di grande dimensione con superficie ruvida o spigoli vivi”;
- guanti a tre dita: “sono adatti per lavori che richiedono l’uso di singole dita (‘pinza chiave’), ad esempio saldatura, molatura e riparazioni”;
- guanti a cinque dita: “vanno usati quando è richiesta particolare destrezza delle mani (‘pinza pulpare e pinza fine’). Alla luce di queste esigenze essi dovranno essere prodotti in materiali sottili. In caso di emergenza i guanti a cinque dita vengono sfilati con difficoltà”;
- guanti a mezze dita: “vanno usati quando è richiesta particolare destrezza e sensibilità tattile delle dita”;
- ditali: “sono costruiti in materiali come gomma naturale, propilene o metallo e si utilizzano per la protezione delle estremità delle dita, lasciando libero il resto della mano”;
- manicotti: “sorta di manica grossa e corta, realizzata con vari materiali (maglia metallica, pelle, propilene, ecc.) aperta alle due estremità, in cui si infilano le braccia per proteggerle da vari rischi”;
- fasce di protezione dei polsi: “spesso in neoprene misto tessuto, con o senza imbottiture interne. Ideale sostegno per il polso che consente una minor sollecitazione dei tendini. Utilizzate in ambito sportivo, non sono da considerarsi come DPI propriamente detti”.
 
In particolare i guanti di protezione “devono essere impiegati nei casi in cui i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti con misure tecniche di prevenzione, con mezzi di protezione collettiva, con misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro”. E la scelta dei guanti “dipende dalla mansione del lavoratore, dalle caratteristiche del guanto e dalla biocompatibilità”, ricordando che la “presa” deve essere sempre garantita.
 
Il documento si sofferma in particolare si alcuni requisiti generali e fondamentali, con riferimento a quanto prescritto dalle norme UNI (sono indicate in una tabella).
 
Ne vediamo alcuni con particolare riferimento alla norma UNI EN 420:
 
- innocuità: “i materiali del guanto, comprese le cuciture e i bordi, nonché i prodotti della loro degradazione e le sostanze in essi contenute, e in particolare quelle parti che sono a diretto contatto con l’utilizzatore, non devono danneggiare la sua salute e la sua igiene. Nelle istruzioni fornite dal fabbricante devono essere elencate tutte le sostanze che sono note come potenziali allergizzanti. Il pH dei quanti deve essere maggiore di 3,5 e minore di 9,5”;
 
- ergonomia/confortevolezza: “la confortevolezza è legata alla taglia, e quindi alla misura, delle mani e dei guanti”. Le taglie dei guanti (riportate in un apposita tabella) sono “definite sulla base di due caratteristiche dimensionali delle mani: circonferenza; lunghezza (distanza tra polso e l’estremità del dito medio). Si annota che sono possibili anche mezze taglie, le cui misure sono ricavate per interpolazione delle misure riportate nella precedente tabella e taglie più piccole o più grandi, estrapolabili sempre dai suddetti dati. La lunghezza minima della mezza taglia deve coincidere con quella della taglia unitaria immediatamente superiore”;
 
- destrezza: “la destrezza offerta dal guanto dovrebbe essere la massima possibile. Essa dipende da vari fattori, quali spessore del materiale con cui è fabbricato il guanto, la sua elasticità e la sua deformabilità. Se richiesto, la destrezza delle dita deve essere testata e le prestazioni graduate” (anche in questo caso è riportata una tabella con i livelli di prestazione);
 
- trasmissione e assorbimento al vapore acqueo: “se possibile i guanti di protezione devono permettere la permeabilità al vapore acqueo in modo che le mani dell’operatore possano operare in una situazione di benessere. Qualora le caratteristiche di protezione del guanto impediscano o escludano la permeabilità al vapore acqueo, il DPI dovrà essere progettato per ridurre il più possibile gli effetti della traspirazione. L’assorbimento del vapore acqueo deve essere di almeno 8 mg/cm2 per 8 ore”.
 
Il documento si sofferma poi sulla pulizia richiamando l’obbligo per gli utilizzatori dei guanti di:
- “destinarli ad un uso personale, ad operatori forniti di istruzioni comprensibili in ordine alle caratteristiche dei DPI, alle procedure aziendali da seguire, al termine dell’utilizzo, per la riconsegna e il deposito e agli obblighi che seguono;
- mantenerli in efficienza e in condizioni igieniche adeguate, mediante operazioni di pulizia e manutenzione e secondo le eventuali indicazioni fornite dal fabbricante”.
 
E a tale proposito, in conclusione di questa rassegna generale su tipologie e requisiti dei dispositivi di protezione individuale delle mani e delle braccia, può essere utile richiamare alcune piccole indicazioni per l’uso dei guanti:
- “indossare i guanti con le mani pulite e asciutte;
- non indossare gli stessi guanti per troppo tempo. Ad esempio in caso di lavoro prolungato si possono utilizzare due paia alternativamente;
- dopo l’uso, pulirli prima di sfilarli dalle mani;
- utilizzarli soltanto per gli usi previsti, salvo casi specifici ed eccezionali, conformemente alle informazioni del fabbricante”.
 
 
Il sito “ Impresa Sicura”: l’accesso via internet è gratuito e avviene tramite una registrazione al sito.
 
 
 
 
RTM


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