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L’andamento degli infortuni in Italia

Rolando Dubini

Autore: Rolando Dubini

Categoria: Dati e statistiche

08/05/2007

Gravissima incidenza del fenomeno infortunistico in Italia: dall'inizio dell'anno al 2 maggio 2007, per lavoro, abbiamo: 351 morti, 351044 infortuni, 8776 invalidi. A cura di Rolando Dubini.

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Approfondimento a cura dell’avvocato Rolando Dubini tratto dalle guide di Supereva.

Gravissima l'incidenza del fenomeno infortunistico a livello nazionale: secondo il ministero della Salute, i casi di morte sul lavoro sono stati 1.250, nel 2006, in Italia. Gli infortuni totali circa 1 milione. Dall'inizio dell'anno al 2 maggio 2007, per lavoro, abbiamo: 351 morti, 351044 infortuni, 8776 invalidi.
L'Inail segnala che gli infortuni mortali sono stati 1255 per il periodo da febbraio 2005 a gennaio 2006 e, in base ad una timida stima, dovrebbero attestarsi intorno ai 1254 nel periodo da febbraio 2006 a gennaio 2007.

Si tratta, è bene sottolinearlo, di dati approssimati per difetto, soprattutto per le difficoltà di stimare le morti conseguenti a malattie contratte sul lavoro. Il problema principale, comunque, è di interpretare queste cifre alla luce di un raffronto con il resto d'Europa. A questo scopo una prima importante indicazione è offerta dai cosiddetti tassi di incidenza standardizzati calcolati dall'Eurostat, i quali rivelano che, nel conteggio delle morti, il caso italiano risulta molto meno virtuoso di quanto le statistiche sugli infortuni totali facessero credere. L'incidenza delle morti per 100.000 occupati, ponderata secondo i parametri Eurostat, è infatti pari a 2,8 per l'Italia, valore più elevato della media europea e significativamente maggiore del 2,3 tedesco.

Nelle statistiche sulle ‘morti bianche’ vengono conteggiati solo gli infortuni sul lavoro e mai anche le morti da malattia professionale, che ci fanno invece constatare come i morti per causa di lavoro ogni anno non sono i circa 1.300 di cui si parla ma anche i 200 che rimangono nell’oblio, i caduti per malattia che portano a 1.500 persone il tributo di sangue che i lavoratori italiani pagano alla mancanza di norme certe, di responsabilità e di controlli ispettivi sulle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Va poi ricordato che è la stessa Inail a sottolineare che proprio in Italia si stimano almeno 200 mila infortuni all'anno mai denunciati. È un fatto ampiamente accertato che in gran parte dell'Italia e in tutte le aree meno sviluppate d'Europa gli infortuni meno gravi si risolvono in molti casi senza il ricorso alle forme assicurative pubbliche, presso le quali spesso i lavoratori non vengono nemmeno registrati. E ciò dipende soprattutto dalla grande diffusione di lavoro nero e irregolare.

Sono 192.111 al 31 dicembre 2006 i lavoratori italiani che hanno contratto una malattia professionale che ha provocato loro una disabilità grave o gravissima riconosciuta dall’INAIL e indennizzata con una rendita permanente; un dato di grandissimo allarme, se si considera che si tratta del 22,3% di tutte le rendite pagate dall’Inail e che il dato sale ad oltre il 25% se si considerano le 41.157 rendite in pagamento alle vedove ed agli orfani dei deceduti per malattia professionale al 31 dicembre 2006.

L’andamento del numero degli infortuni denunciati all’INAIL nell’ultimo quinquennio, è elevatissimo, in termini assoluti.
I dati per singolo settore di attività economica, per quanto riguarda gli eventi indennizzati, confermano la tendenza oramai consolidata, che vede un indice di incidenza nettamente superiore alla media dell'insieme Industria e Servizi nei seguenti settori:
- lavorazione dei metalli (acciaio e ferro, tubi, strutture, utensili, ecc…),
- lavorazione di minerali non metalliferi (vetro, piastrelle, cemento, ceramica, ecc…),
- lavorazione del legno
- costruzioni.
Per quanto riguarda invece i infortuni mortali, i settori con più elevata frequenza, confermata anche da elevati valori dell’indice di gravità, sono:
- estrazione di minerali
- trasporti
- costruzioni
- lavorazione di minerali non metalliferi

L’Inail il 3 maggio 2006 ha diffuso i dati parziali relativi agli infortuni sul lavoro 2005. Critici Amnil e sindacato secondo i quali la situazione rimane grave e l’ottimismo dell’istituto per il calo degli incidenti è assolutamente ingiustificato. Gli infortuni sul lavoro sono stati 939.400, in diminuzione del 2,8% rispetto al 2004, quelli mortali 1.200, oltre 3 al giorno, in calo del 10% rispetto all’anno precedente, le giornate di lavoro perse 17 milioni, con un danno calcolabile in circa 28 miliardi di euro complessivi.

Nelle settore delle costruzioni, che si conferma uno dei più colpiti, gli infortuni sono stati 99.837, dei quali 253 mortali.
I dati dell’Inail inoltre non tengono conto degli infortuni che non vengono denunciati, che sono tra il 10 e il 20% del totale e delle malattie professionali. I casi di infortuni occultati, lo rileva lo stesso Inail, sono circa 200.000 l’anno.

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