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La valutazione dei rischi di genere, età e tecnostress

Milano, 27 Mag – Un giornale d’informazione come PuntoSicuro non ha solo il compito di informare quotidianamente sulle strategie di prevenzione, sugli aspetti normativi e tecnici correlati alla tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Non ha solo il dovere di raccontare l’esistente, ma, a partire da questo, deve saper cogliere e raccontare gli aspetti rilevanti in divenire che riguardano il mondo della sicurezza.
 
Ed è a partire da questa esigenza che si è tenuto il 20 maggio 2016, alla Fondazione Triulza di Milano, il convegno di studio e approfondimento organizzato da PuntoSicuro “ I rischi di genere, età e tecnostress:  conoscerli e riconoscerli per valutare bene e prevenire meglio”.
 
Un’attenzione, quella verso i rischi emergenti, che si concretizza anche nel ruolo che PuntoSicuro ricopre di  media partner della nuova campagna europea 2016-2017 “ Ambienti di lavoro sani e sicuri ad ogni età”, una campagna che, di fronte al progressivo invecchiamento della forza lavorativa in Europa, sottolinea quanto sia necessario impegnarsi per garantire condizioni di lavoro sicure e sane in tutto l'arco della vita lavorativa.
 
Che l’attenzione verso i rischi emergenti sia diffusa anche tra gli operatori della sicurezza lo dimostra la grande partecipazione al convegno, una partecipazione che si è tradotta anche in una grande attenzione e coinvolgimento da parte del pubblico che, nel dibattito finale, ha rivolto diverse domande ai relatori.

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Il Direttore di PuntoSicuro, Luigi Matteo Meroni, nell’aprire i lavori ha sottolineato non solo l’importanza di temi come le differenze di genere o i rischi correlati all’età e al tecnostress, ma ha ricordato anche un nuovo strumento di PuntoSicuro, un forum, che permetterà ai nostro lettori di interagire sempre più con il giornale e con le novità in materia di salute e sicurezza.
 
 
Successivamente, dopo un mio breve intervento di presentazione – anche in questo convegno ho avuto l’onore di ricoprire il ruolo di moderatore - si è entrati finalmente nel vivo dei temi da affrontare.
 
 
 
Il primo intervento è stato di Elvira Goglia, Direttore regionale vicario Inail Lombardia, che ha presentato la nuova campagna europea 2016-2017 dedicata al tema dei rischi correlati all’età.
 
Nell’intervento “Ambienti sani e sicuri ad ogni età” ha presentato gli obiettivi della campagna europea e i problemi correlati all’ invecchiamento della forza lavoro, riportando diversi dati. Ad esempio ricordando che nel 2080 la popolazione al di sopra dei 65 anni di età rappresenterà il 28,7% dell’intera popolazione dell’Unione Europea. E l’età media in Italia passerà dai 43,5 ai 49,7 del 2065.
Ma perché un invecchiamento sano sul lavoro è così importante? Un dato sottolinea che circa un quarto dei lavoratori segnala che il lavoro incide sulla salute e che non riuscirebbe a svolgere lo stesso lavoro a 60 anni.
Infine la relatrice si è soffermata sulle strategie europee 2014-2020, sulle politiche INAIL per la prevenzione dei rischi sul lavoro e sull’auspicato interesse delle imprese per una vita lavorativa sostenibile, per una forza lavoro in salute, produttiva e motivata.
 
La seconda relatrice è stata Anna Guardavilla, che da circa 15 anni opera nel campo della legislazione sulla salute e sicurezza sul lavoro, svolgendo attività di divulgazione giuridica sia attraverso convegni, che attraverso libri, riviste e quotidiani.
 
Nell’intervento “L’inquadramento normativo in materia di tecnostress, differenze di genere, invecchiamento”, la relatrice ha puntualmente e chiaramente ricordato non solo cosa dice la normativa – anche con riferimento all’art. 2087 del codice civile, ma ha riportato numerosi esempi giurisprudenziali di come le sentenze in questi anni hanno affrontato i tre rischi emergenti.
In particolare si è soffermata, riguardo alle differenze di genere, sul tema del superamento del concetto di “neutralita’ del lavoratore mostrando l’evoluzione della normativa e riportando anche estratti di una Relazione della Commissione d’inchiesta del Senato (2013) che mostra come i temi delle differenze di genere nella pratica vengano spesso trascurati.
 
Il terzo intervento ha affrontato invece il tema del rischio tecnostress.
 
Nell’intervento “Tecnostress.Il rischio d’impresa del terzo millennioGiulio Regosa, un professionista della comunicazione e del web marketing che in questi anni ha studiato questo rischio correlato all’uso delle tecnologie, ha presentato la definizione, il target, gli effetti del rischio tecnostress. Ad esempio ha ricordato che ci sono in Italia circa due milioni di lavoratori che fanno largo uso di computer, internet, smartphone e tecnologie mobili touchscreen. E che il tecnostress comporta una diminuzione della qualità della vita e si manifesta con un calo della produttività in ambito lavorativo e un aumento del rischio di favorire incidenti e infortuni sul lavoro.
L’intervento ha poi affrontato anche gli aspetti correlati  (ergonomia, microclima, esposizione ai campi elettromagnetici, ...) e le indicazioni per la valutazione dei rischio e la sua prevenzione.
Ad esempio indicando che una corretta valutazione dei rischi riferibili a stress lavoro-correlato non può esimersi dal verificare anche la presenza di rischi di tecnostress sia presso tutta l'organizzazione aziendale sia, in particolare, per quei ruoli professionali più costantemente a contatto con tecnologie informatiche digitali.
Temi che sono presentati anche sul sito tecnostress.it gestito da Giulio Regosa.
 
Il quarto intervento ha affrontato invece più direttamente gli aspetti correlati alla prevenzione dei rischi emergenti con riferimento al ruolo del medico competente e all’importanza della sorveglianza sanitaria.
 
Stiamo parlando dell’intervento di Luigi Dal Cason, medico competente specialista in Medicina del Lavoro, Igiene Industriale ed ergonomia, che in “Differenze di genere, età, tecnostress e sorveglianza sanitaria” ha affrontato diverse tematiche.
Ad esempio ha parlato del concetto di salute  e delle varie tipologie di rischi emergenti, con riferimento ai rischi nuovi od in aumento.
Perché occuparsi della valutazione dei rischi connessi al genere ed all’età e quale sorveglianza sanitaria dedicata applicare?
Per rispondere a questa domanda l’intervento analizza nel dettaglio i rischi connessi alle differenze di genere e ricorda che l'adozione di un approccio neutrale rispetto al genere in materia di salute e sicurezza sul lavoro contribuisce al mantenimento di lacune sul piano delle conoscenze e al perdurare di livelli di prevenzione meno efficaci.
Il Dott. Dal Cason si sofferma poi sui rischi connessi all’età e sul rischio tecnostresse sottolinea, in conclusione, che una valutazione dei rischi per le categorie di lavoratori maggiormente esposti, che elimini i rischi ed affronti i pericoli all’origine, va a vantaggio di tutti i lavoratori, indipendentemente dall’età, dal genere, dalla nazionalità, dalle caratteristiche fisiche e di salute e da nuovi rischi, anche non perfettamente conosciuti.
 
Veniamo, infine, all’ultimo intervento.   
Giuseppina Vignola - formatrice, ingegnere e consulente nell’ambito della salute e sicurezza –in questi anni si è occupata anche attraverso pubblicazioni e progetti di ricerca, di processi di analisi e valutazione dei rischi integranti aspetti “emergenti” come genere, età ed etnie differenti.
 
In “Attenti al Documento di valutazione del rischio: spunti di concretizzazione” Giuseppina Vignola ha ripercorso i vari rischi emergenti ricordando che la prevenzione ha sempre maggiore efficacia se la valutazione è svolta con una comprensione non neutra dei soggetti implicati.
Infatti il valutatore dei rischi ha, sino a oggi, assunto un’idea generica di essere umano che è sostanzialmente coincisa con l’idea di un lavoratore maschio di età matura, in buone condizioni di salute individuale e non troppo vicino né all’inizio né alla conclusione della sua fase di vita lavorativa.
Nella parte finale dell’intervento la relatrice si è soffermata, in termini operativi, su come valutare i rischi in modo non neutro, con diversi indicazioni, esempi e dati.
 
In definitiva possiamo affermare che il convegno “ I rischi di genere, età e tecnostress:  conoscerli e riconoscerli per valutare bene e prevenire meglio” sia riuscito non solo ad affrontare e chiarire le definizioni e le caratteristiche dei tre rischi emergenti, ma anche a offrire utili spunti operativi per una reale prevenzione.
 
Riporto brevemente l’auspicio che, in conclusione del convegno, ho formulato come moderatore.
 
L’auspicio finale è che grazie all’interattività di un giornale online come il nostro, i nostri lettori, anche attraverso il nuovo forum, ci aiutino a cogliere sempre di più e meglio i segnali e le informazioni sui rischi emergenti. Quelli che vediamo oggi e quelli che riusciremo a vedere, con uno sguardo attento e competente, nel futuro.
 
 
Tiziano Menduto
 
 
 
La brochure dell’evento (formato PDF, 2.08 MB).
 
 

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Rispondi Autore: Celso Vassalini - likes: 0
27/05/2016 (09:18:24)
Proposta di modifica:
In merito alle competenze della figura del Medico Competente, desidero aprire una riflessione, da esporre a tutti Voi esperti del D.Lgs T.U. 81/08 e s.m.i., in merito alla distinzione professionale nell’applicazione concreta alla stesura del D.V.R, il Documento di valutazione Rischio stress lavoro-correlato negli ambienti lavoro:
“oggi, vi è la figura del Medico-Competente che si interessa però anche del settore socio-psicologico inerente lo stress-lavoro-correlato, ma ciò è da considerare che eticamente e professionalmente non corretto ed insufficiente alla sua già vasta competenza.”

Ritengo che il medico debba avere la Competenza nella verifica fisica per l’idoneità lavorativa ma non possa entrare sufficientemente nel merito riguardo all’aspetto psicologico del lavoratore con riferimento ai parametri stress-lavoro-correlato.

Detto ciò la giusta figura professionale per affrontare questi aspetti possa e debba essere di competenza di uno psicologo o sociologo del lavoro, figure quindi specifiche.

Una domanda a tutti Voi esperti, ci è forse sfuggito qualche articolo e comma del Testo Unico 81/2008 e s.m.i., in merito al potere di "competenza" nella valutazione dello stress correlato da lavoro.

Mi risulta che i Medici Competenti nella loro formazione universitaria abbiano solo un accenno alle materie psicologiche, mentre è necessario un serio approfondimento.

Questa riflessione la pongo a tutti Voi esperti utile alle prossime Fiere, Bologna, Modena e Ferrara ecc… riflessione coraggiosa sapendo quanto sia potente la lobby dei Medici e considerare di sottoporre al Legislatore.

Questa mia osservazione, è maturata proprio recentemente affrontando direttamente tale argomento presso il mio ambiente lavoristico.

Anticipo i miei complimenti per le lodevoli iniziative per le prossime Fiere.

Celso Vassalini.

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