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Sicurezza sul lavoro nell’Europa allargata

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Campagne di prevenzione

05/09/2007

Attivata dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro una campagna informativa rivolta alle PMI.

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Le piccole e medie imprese protagoniste del miglioramento della sicurezza e della salubrità nei luoghi di lavoro dell’Europa allargata. Una speranza che anima le recenti iniziative dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, in particolare la campagna “Un ambiente di lavoro sicuro e salubre fa bene agli affari”, nell’ambito del secondo ciclo dell’“Iniziativa per un ambiente di lavoro salubre” del 2007.

Con una serie di seminari nei 12 nuovi Stati membri dell’UE, in Croazia e in Turchia l’Agenzia intende aiutare le piccole imprese ad attuare una politica efficace in materia di salute e sicurezza, offrendo alle aziende un facile accesso a informazioni di qualità sulla possibilità di rendere i luoghi di lavoro più sicuri, più salubri e più produttivi.
Durante i seminari in programma, lavoratori e datori di lavoro hanno l’opportunità di incontrare rappresentanti di aziende che hanno già provveduto a migliorare il proprio livello di salute e sicurezza.

La campagna informativa, grazie al confronto con esperti e con altre PMI, intende dimostrare, anche attraverso esempi concreti, che una politica efficace di salute e sicurezza è indispensabile non solo per il benessere dei lavoratori, ma anche per la prosperità delle aziende e delle economie in una prospettiva di lungo termine. Le aziende che introducono azioni di prevenzione dei rischi riducono le perdite di produzione derivanti dagli infortuni o dalle malattie, registrano aumenti della produttività e, al tempo stesso, diminuiscono i costi.



Nel corso dei seminari è messo a disposizione materiale, come ad esempio  liste di controllo per la valutazione dei rischi, che consente a datori di lavoro e lavoratori di analizzare e valutare il proprio ambiente di lavoro in base alle esigenze del settore di attività specifico o ai pericoli caratteristici, fornendo consigli e assistenza per introdurre cambiamenti e miglioramenti.

“Da una prima analisi dei risultati della campagna  - ha effermato Jukka Takala, il direttore dell’Agenzia - emerge un interesse tangibile da parte delle piccole imprese europee, che sono intenzionate a migliorare il livello di sicurezza e salute nelle proprie strutture; al tempo stesso si registra il bisogno concreto di strumenti semplici per poter fare una prima valutazione dei rischi sul posto di lavoro.

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Rispondi Autore: giampiero - likes: 0
14/12/2020 (17:43:51)
Premetto di non aver letto tutto l'articolo, ma quando si parla di prevenzione sui posti di lavoro, mi sento in dovere di esporre i miei dubbi e quanto cerco nel mio piccolo di portare a conoscenza, con la speranza di trovare una soluzione efficace per i posteri che possano usufruirne. A livello di prevenzione ci sono molti aspetti burocratici che se attuati potrebbero creare la cultura e aiutare a posteriori gli operatori del settore, evitandole situazioni di rischio e migliorandolo efficacemente. Dal mio punto di vista di tecnico ortopedico trovo strano che non ci sia letteratura dedicata al piede in generale e in particolare al piede diabetico in ambito lavorativo. Esistono protocolli che il ministero ha attuato in ambito di prevenzione che valgono per la fornitura di calzature e plantari.
per il piede diabetico (abbiamo statistiche che sfiorano il 15% a livello nazionale, il rischio di lesioni è altissimo, questo in una valutazione di vita quotidiana. purtroppo questo protocollo spesso viene disatteso dalle aziende che attenendosi alla normativa, forniscono calzature definite DPI, ma che spesso non hanno il requisito, se non quello di rientrare nel budget di spesa richiesto. la Calzatura definita DPI, dispositivo di protezione individuale, dovrebbe seguire logiche tecniche per l'ambito di lavoro svolto, ma in primis dovrebbe tutelare il piede dell'utilizzatore. chiedo a voi di porre attenzione e iniziare un processo di valorizzazione degli studi e ricerche che ci hanno portato a ridurre drasticamente i rischi in questo ambito, oggi la maggior parte dei casi che trattiamo subiscono compromissioni legate all'utilizzo di calzature non idonee e prive dei requisiti minimi di sicurezza...intesa come capacità di adattamento all'anatomia del piede del dipendente, poche aziende stanno iniziando a curare e rispettare questa situazione, credo che una normativa efficace, che consideri aspetti tecnici, e osservi i protocolli definiti dal ministero della salute, possano trovare riscontro e migliorare la capacità operativa del dipendente, il piede è la fondamenta del nostro corpo...non rispettarlo lo porta inevitabilmente a situazioni che richiedono cure.. mentre prevenire sarebbe la miglior cura..

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