Per utilizzare questa funzionalità di condivisione sui social network è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Crea PDF

Quali rischi per i lavoratori all’estero?

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Sanità e servizi sociali

03/01/2007

Pubblicato uno studio sulle problematiche sanitarie dei lavoratori italiani che devono risiedere per lunghi periodi all’estero, in aree omogenee in via di sviluppo.

Pubblicità

Lo S.P.I.S.A.L. (Servizio Prevenzione Igiene Sicurezza Ambienti di Lavoro) della ULSS 20 di Verona ha pubblicato la sintesi di una ricerca finanziata dall’ISPESL e realizzata in collaborazione con lo SPISAL della ULSS 6 Vicenza. A breve sarà possibile scaricare anche il file completo della ricerca.

Sarà disponibile anche una “griglia di autoanalisi” delle problematiche da prendere in considerazione e elle attività da espletare nelle diverse fasi di invio, permanenza all’estero e ritorno in Italia con lo scopo di suggerire procedure operative a tutela del lavoratore per le piccole-medie imprese, che possono maggiormente incontrare difficoltà nell’organizzare procedure di prevenzione e protezione dei lavoratori all’estero.

Nell’introduzione, la ricerca sottolinea come “nell’ultimo secolo il fenomeno dell’emigrazione italiana ha subito profonde trasformazioni, e il cambiamento del profilo professionale è coinciso con un miglioramento delle condizioni di vita. Oggi per i lavoratori italiani all’estero i rischi maggiori sono quelli legati all’area geografica ed al Paese di destinazione, indipendentemente dalla mansione svolta. L’assistenza sanitaria è sempre garantita, anche in Paesi extra-UE non convenzionati con l’Italia, ma in questi Paesi il trasferimento di lavoratori italiani è subordinato a un’autorizzazione ministeriale che prevede la presenza di condizioni minime di tutela, di natura economica, di igiene e sicurezza del lavoro, di sistemazione logistica. A differenza delle grandi imprese, in grado di predisporre un proprio sistema di tutela della salute dei lavoratori distaccati all’estero, le piccole-medie imprese difficilmente riescono a organizzare procedure di prevenzione e protezione prima della partenza, durante la permanenza all’estero e al ritorno in Italia. È quindi importante che le imprese e i medici competenti conoscano le fonti informative presenti come i siti Internet dedicati alla medicina dei viaggi, e si rivolgano agli Uffici Vaccinazioni Internazionali delle ASL come punto di riferimento in previsione di una trasferta per lavoro”.

Lo studio dei rischi ambientali e professionali condotto in Centro America ha confermato che i lavoratori italiani intervistati (402 in totale) svolgono mansioni con alte qualifiche professionali e hanno un elevato livello di scolarizzazione. Quasi il 60% si era vaccinato in previsione della partenza e più del 65% aveva ricevuto informazioni sui rischi per la salute e sulle misure di prevenzione relative. Il 52% non era alla prima esperienza di lavoro in un Paese in via di sviluppo più del 70% aveva raggiunto una permanenza superiore a uno o più anni.
Il 90% trova soddisfazione nel lavoro che sta facendo, ma più del 40% sente la mancanza di famiglia, amici e della possibilità di coltivare i propri interessi culturali.
Problema importante è quello della sicurezza personale. L’86% beve alcolici.
Tra i principali problemi di salute riportati, i disturbi gastrointestinali, i problemi respiratori e il dengue (vedere PuntoSicuro n. 1565), che ha colpito più del 12% degli intervistati.

 

 

Creative Commons License
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'

Pubblica un commento

Ad oggi, nessun commento è ancora stato inserito.

Pubblica un commento

Banca Dati di PuntoSicuro


Altri articoli sullo stesso argomento:


Forum di PuntoSicuro Entra

FORUM di PuntoSicuro

Quesiti o discussioni? Proponili nel FORUM!