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SGSL per eliminare il rischio scavi: l’esempio dei cantieri archeologici

SGSL per eliminare il rischio scavi: l’esempio dei cantieri archeologici
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: SGSL, MOG, dlgs 231/01

30/09/2013

Un intervento sottolinea che per le attività nei siti archeologici applicare i sistemi di gestione elimina il rischio negli scavi. Le specificità del sistema di gestione dei cantieri archeologici e i rischi in base alla tipologia di scavo.

Milano, 30 Set – PuntoSicuro ha più volte messo in rilievo come i Sistemi di Gestione della Sicurezza del Lavoro (SGSL) siano ormai da considerare la “nuova frontiera” della sicurezza. Una frontiera che deve poter essere raggiunta da ogni ente e impresa, ancor più se le attività esercitate sono correlate a rischi rilevanti.
E poiché è risaputo che le attività di scavo sono attività con rischi rilevanti (nei cantieri temporanei o mobili l’ attività di scavo è quella che provoca il maggior numero di infortuni mortali dopo i lavori in quota) l’attuazione e il mantenimento di un sistema di gestione diventa molto importante per la tutela dei lavoratori impegnati nelle attività nei siti archeologici.
 
Senza dimenticare che la valorizzazione dei beni culturali ed archeologici del nostro paese passa sempre attraverso una buona diffusione sul territorio della cultura della sicurezza: della sicurezza e incolumità sia dei visitatori che dei lavoratori impegnati in attività di ricerca, manutenzione, tutela e promozione del nostro patrimonio storico.
 
Per affrontare questi temi riportiamo alcune indicazioni tratte da un intervento di Franco Micozzi, presidente  ANSAF (Associazione Nazionale Specialisti Agenti Fisici), apparso sul sito  Ambiente e Sicurezza 24 - un sito correlato a Il Sole 24 ORE Business Media – e pubblicato sul n. 11/2013 della rivista Ambiente&Sicurezza.

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In “Per le attività nei siti archeologici applicare i sistemi di gestione elimina il rischio negli scavi”, a cura di Franco Micozzi, si sottolinea come il D.Lgs. 231/2001, la legge 123/2007 e il D.Lgs. 81/2008 hanno dato luogo in questi anni “al diffondersi, nei vari ambiti lavorativi, dei sistemi di gestione della sicurezza sul lavoro (SGSL), diversificati e strutturati in relazione agli ambiti produttivi”. E come questi sistemi siano in realtà caratterizzati da una “ottima applicabilità anche alle attività lavorative connesse con la gestione, con la tutela e con la conservazione dei siti archeologici e delle relative attività di scavo sia a cielo aperto che in ambiente chiuso o sotterraneo”.
 
Infatti riguardo alle attività connesse con la gestione dei beni culturali, in particolare, per le attività di scavo è di “fondamentale importanza una perfetta organizzazione del cantiere, non solo per la delicatezza dell’attività relativa alla manipolazione dei reperti ai fini della loro conservazione e valorizzazione, ma, essenzialmente, per le implicazioni connesse con la fase investigativa e pericolosa legata alla gestione del sito, della sua messa in sicurezza e gestione dei reperti a protezione di coloro che vi operano”. E un SGSL dovrà essere approntato con modelli organizzativi diversi e specifici proprio “in funzione della tipologia di scavo e in base alla risultanza della valutazione preliminare dei rischi possibili” seguendo lo schema del ciclo di Deming (Plan‐Do‐Check‐Act) relativo alla gestione del rischio.
 
Proprio in relazione alla particolarità e alla peculiarità del cantiere archeologico, l’organizzazione di un corretto sistema di gestione del lavoro “diventa fondamentale per la riduzione del rischio e degli infortuni”. 
Ed è importante ricordare - come più volte riportato da PuntoSicuro in relazione alle attività dei volontari, degli alunni, degli studenti tirocinanti – che le figure degli studenti e dei volontari in base all’art. 2 del D.Lgs. 81/2008 “sono a tutti gli effetti dei lavoratori e, quindi, soggetti a doveri, a responsabilità e a tutele così come previsto dalla stessa norma”.
 
Rimandando i nostri lettori ad una lettura integrale dell’articolo originale, ad esempio in relazione alle varie tabelle presentate e agli obiettivi generali della verifica tecnica del SGSL, ci soffermiamo su alcune specificità del sistema di gestione del cantiere di scavo.
 
Dopo aver ricordato che una corretta gestione della sicurezza nel cantiere ha capacità esimente rispetto alle possibili responsabilità previste dal D.Lgs. 81/2008, l’autore sottolinea i principali vantaggi nell’uso dei SGSL. Vantaggi “legati alla riduzione del rischio attraverso un attento controllo dei posti di lavoro e alla possibilità di ridurre sensibilmente i costi complessivi della SSL, compresi quelli derivanti da incidenti, infortuni e malattie correlate al lavoro, minimizzando i rischi ai quali possono essere esposti i dipendenti o i terzi (utenti, visitatori, fornitori ecc.)”.
 
In particolare anche in questo specifico settore lavorativo il SGSL dovrà prevedere:
-  “un sistema di controllo;
-  un sistema disciplinare.
 In particolare, sarà necessario procedere a:
-  una formulazione sistemica del processo;
-  registrazione e classificazione dei documenti di lavoro;
-  modulistica delle procedure e della organizzazione del lavoro;
-  tipologia di controllo e gradualità sanzionatoria;
-  registrazione progressiva delle verifiche e delle revisioni.
 Ulteriori adempimenti in applicazione del SGSL di scavo sono:
-  il controllo periodico del rispetto delle procedure da parte degli operatori (secondo le linee guida UNI-INAIL); 
-  la delega di verifica delle procedure adottate, a una struttura indipendente esterna (utilizzo delle BS OHSAS);
-  la modifica delle procedure interne in funzione dell’aggiornamento normativo o di adattamenti a linee guida specifiche;
-  l’utilizzo di un sistema di gestione aperto alla partecipazione dei delegati del personale in forza del sito”.
 
Senza dimenticare la fondamentale “presenza di un responsabile che accerti e verifichi periodicamente che i provvedimenti di tutela adottati siano effettivamente messi in opera”, l’autore sottolinea che in base alla particolare tipologia dello scavo archeologico “è necessario modulare periodicamente il processo di formazione e di informazione degli operatori in base anche alle possibili risultanze degli scavi e di eventuali variazioni della scena di lavoro”.
 
Concludiamo riportando brevemente alcune indicazioni relative al rischio in base alla tipologia di scavo:
- scavo in sotterraneo: “per queste attività il rischio prevalente è legato allo smottamento e frana del terreno, con la necessità di armare, quindi, i passaggi con opere di sostentamento, dovrà essere approntato un sistema adeguato per il ricambio dell’aria e un sistema di allarme efficace in caso di emergenza al fine di poter raggiungere il più rapidamente possibile gli operatori. Dovrà essere impedito lo spostamento in avanti del fronte di attacco senza aver posto in sicurezza le pareti a tenuta”;
- scavo all’aperto: “per gli scavi all’aperto sono valide in generale le procedure organizzative previste per i cantieri con delimitazione della zona di lavoro, cartellonistica di sicurezza e predisposizione di parapetti se necessari, zone di protezione dai raggi solari”, passerelle e attraversamenti dotati di parapetti di protezione in parallelo con quanto è predisposto per la ordinaria cantieristica;
- scavo in ambiente chiuso: anche in questo caso – continua l’autore dell’articolo – “sono valide le procedure organizzative previste per i cantieri e, in aggiunta, sarà necessario provvedere al controllo delle condizioni ambientali in relazione al microclima e alla illuminazione degli ambienti”.
      
 
Ambiente e Sicurezza 24, Ambiente&Sicurezza, “ Per le attività nei siti archeologici applicare i sistemi di gestione elimina il rischio negli scavi”, a cura di Franco Micozzi, presidente ANSAF, documento pubblicato sul sito Ambiente e Sicurezza 24 e sul numero 11/2013 della rivista della rivista Ambiente&Sicurezza (formato PDF, 420 kB).
 
 
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