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Profili di rischio nell’industria meccanica: addetto alla forgiatura

Profili di rischio nell’industria meccanica: addetto alla forgiatura
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Industria meccanica

23/07/2014

La tutela della salute e sicurezza dell’addetto alla forgiatura nell’industria meccanica. I principali fattori di rischio, le principali macchine utilizzate, le misure di prevenzione e gli aspetti di sicurezza minimi per magli e presse a caldo.

Roma, 23 Lug –  Addetti alla sabbiatura e alla trafilatura, addetti alla movimentazione e ai  forni di laminazione. Questi sono alcune delle innumerevoli attività dell’industria meccanica che nella ricerca Inail “ Profili di rischio nei comparti produttivi dell'artigianato, delle piccole e medie imprese e pubblici esercizi: Industrie Meccaniche” sono state presentate con schede utili come supporto sia per l’identificazione delle cause principali degli infortuni e delle malattie professionali, che per la programmazione di efficaci interventi di prevenzione.
 
Ci soffermiamo oggi sui rischi e sulla prevenzione degli incidenti nelle attività dell’addetto alla forgiatura.

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Sicurezza Fabbri - Categoria Istat: C - Attività Manifatturiere

 Nella scheda “S.P.R.9_Addetto alla forgiatura: fucinatura - stampaggio a caldo”, si ricorda che tale addetto è un lavoratore specializzato nella lavorazione a caldo dei metalli (deformazione plastica) da billette, lingotti, masselli mediante la quale si ottengono semilavorati o pezzi finiti (fucinati/stampati). E che la lavorazione può essere svolta manualmente o con mezzi meccanici.
 
Questi i fattori di rischio connessi alla professione:
- “lesioni agli occhi e ustioni al corpo causate dalla proiezione di frammenti e dalla caduta di oggetti ad alta temperatura durante la lavorazione;
- traumi, lacerazioni, contusioni, ferite, bruciature e ustioni provocati dalla manipolazione dei metalli caldi, cadute e scivolamenti;
- elettrocuzione o ustioni causate dal contatto con parti in tensione delle macchine;
- lesioni a carico dell’apparato uditivo (ipoacusia, perdita dell’udito) causate dall’elevato rumore (magli, presse);
- lombalgie e traumi al rachide dovuti alle vibrazioni trasmesse al corpo intero (vibrazioni trasmesse dalle macchine/impianti a terra);
- esposizione a campi elettromagnetici (forni ad induzione magnetica);
- esposizione a radiazioni ottiche artificiali (emesso dal pezzo portato a temperatura di più di 1000 °C che emette radiazione luminosa infrarosso);
- stress termico provocato dal microclima sfavorevole dovuto alla presenza dei forni, dei bidoni contenenti i pezzi forgiati e del calore prodotto dalla combustione degli olii;
- malattie respiratorie, dermatologiche e a carico dell’apparato digerente dovuto rispettivamente ad inalazione, contatto o ingestione di prodotti chimici;
- lesioni a carico dell’apparato muscolo-scheletrico causate da lavoro ripetitivo e dalla movimentazione manuale dei carichi”.
 
E le principali macchine e impianti utilizzati nel processo di lavorazione sono:
- “maglio: macchina utilizzata per l’attività di deformazione plastica del metallo;
- presse (stampo aperto e chiuso): macchina utilizzata per l’attività di deformazione plastica del metallo;
- manipolatori: attrezzatura meccanica utilizzata per il sollevamento/trasporto di materiale dal forno all’area di lavoro;
- mezzi meccanici di sollevamento e movimentazione: utilizzati nel caso di lavorazione di pezzi di grosse dimensioni per il trasporto e posizionamento;
- incudine e mazza: utensili manuali utilizzati per l’attività di deformazione plastica del metallo;
- tenaglie da fabbro: utensile manuale utilizzato per il sollevamento/trasporto di materiale dal forno all’area di lavoro;
- forno a gas: riscaldamento metallo;
- forno a induzione: riscaldamento metallo”.
 
Come in tutti gli altri profili di rischio pubblicati, la scheda riporta anche i rischi di infortunio (rischi infortunistici, rumore, vibrazioni sistema mano-braccio, vibrazioni corpo intero, campi elettromagnetici, radiazioni ottiche artificiali, microclima, rischi chimici e biologici, movimentazione manuale dei carichi, lavoro ripetitivo) ed elenca diverse misure di prevenzioni.
 
Ad esempio in merito alla movimentazione manuale dei carichi (MMC) la scheda indica che se dalla valutazione dei rischi risulta una possibile esposizione al rischio è necessario:
- “adottare le misure organizzative necessarie e ricorrere ai mezzi appropriati, in particolare attrezzature meccaniche, per evitare la necessità di una movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori;
- intervenire dal punto di vista tecnico/organizzativo per ridurre il rischio dovuto a: caratteristiche del carico (peso, ingombro, equilibrio, posizione); sforzo fisico richiesto (eccessivo, torsione tronco, movimenti bruschi, posizione instabile); caratteristiche dell’ambiente di lavoro (spazio insufficiente, pavimentazione, microclima); fattori individuali di rischio;
- se necessario eseguire l’attività con due o più operatori ed elaborare la procedura relativa”.
 
Se poi dalla valutazione emerge una esposizione ai rischi correlati al lavoro ripetitivo è necessario adottare le seguenti misure:
- “adottare interventi a livello strutturale con il fine di migliorare le posture e i movimenti incongrui, la compressione degli arti superiori e l’uso della forza: interventi sul lay-out, ergonomia postazione di lavoro, ergonomia attrezzature”;
- adottare “interventi a livello organizzativo con il fine di migliorare la frequenza e la ripetitività dei gesti lavorativi e la carenza dei tempi di recupero: ritmi, pause, rotazione delle mansioni”.
 
Infine nella sezione “buone prassi” è presente - per alcune attrezzature di lavoro utilizzate dall’addetto - una semplice check-list relativa agli aspetti di sicurezza minimi richiesti dall’organo di controllo (con riferimento alla “ Guida al sopralluogo in aziende del comparto metalmeccanico” - DGR 7629 Regione Lombardia 10 agosto 2011).
 
Ci soffermiamo sui magli e sulle presse a caldo:
- “è presente una segregazione con cellule fotoelettriche o doppio comando nella zona frontale?
- è presente una segregazione della zona posteriore?
- è presente il libretto d’uso e manutenzione?
- solo per le presse: sono provvisti di attrezzature a pressione (es. bombole “accumulatori idropneumatici)”? Se si, vedere anche quanto indicato nella scheda relativamente a attrezzature/insiemi a pressione;
- “questa attrezzatura è inserita in un programma di manutenzione programmata dei dispositivi di sicurezza?
- gli operatori sono stati addestrati all’uso di questa attrezzatura ed informati degli eventuali rischi residui?
- sono presenti altri dispositivi aggiuntivi? O soluzioni diverse da quelle descritte purché di pari efficacia preventiva”?
 
Concludiamo ricordando che la scheda si sofferma anche sugli aspetti di sicurezza di:
- apparecchi di sollevamento – manipolatori, carrelli elevatori e transpallet;
- attrezzature/insiemi a pressione.
 
 
 
Profili di rischio nei comparti produttivi, “ S.P.R.9_Addetto alla forgiatura: fucinatura - stampaggio a caldo”, Inail/exIspesl (formato PDF, 201 kB).
 
 
 
 
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RTM
 
 

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