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Lavoratori musulmani: tutelarsi al meglio durante il Ramadan

Lavoratori musulmani: tutelarsi al meglio durante il Ramadan

Una pubblicazione Inail propone una serie di indicazioni in materia di prevenzione per evitare il possibile incremento dei rischi di infortunio legato a caldo e fatica durante il digiuno del Ramadan.

 
Perugia, 10 Lug – Nove sintetiche indicazioni, racchiuse in un depliant informativo, per affrontare al meglio la giornata lavorativa durante il periodo del Ramadan. L’opuscolo - realizzato dalla direzione territoriale Inail di Perugia-Terni, dal Cesf di Perugiae dal servizio Prevenzione e protezione dell’Asl Umbria 1 - si rivolge ai lavoratori musulmani e ai datori di lavoro, in vista del digiuno previsto dalla religione dal 28 giugno al 27 luglio, nella fascia giornaliera che va dalle prime luci dell’alba fino al tramonto.
 
Dalla normativa alle misure da adottare. In un’ottica di attenzione alla salute e alla sicurezza lavorativa, il depliant propone indicazioni chiare e concrete per affrontare al meglio questo peculiare momento della vita lavorativa dei musulmani: dagli obblighi normativi che il datore di lavoro e i lavoratori devono rispettare alle misure per evitare i danni derivati dal troppo calore o dallo sforzo fisico. Inoltre, l’opuscolo focalizza l’attenzione anche sulle misure specifiche da rispettare durante questo periodo: la disponibilità d’acqua nei luoghi di lavoro; la presenza di particolari dispositivi di protezione e l’organizzazione delle pause di lavoro durante la giornata.

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I possibili pericoli: dal disidratazione alla ipoglicemia. Disidratazione, ipoglicemia, perdita di coscienza sono solo alcuni dei pericoli a cui sono esposti i fedeli musulmani che devono rispettare per trenta giorni l’obbligo del digiuno (oltre a dedicarsi alla preghiera e alle opere di carità). Tra gli aspetti che i datori di lavoro non dovrebbero sottovalutare anche lo sforzo fisico richiesto dalla mansione e le temperature elevate che potrebbero comportare ulteriori pericoli per la salute degli osservanti. Per questo viene segnalata come buona prassi la riduzione degli sforzi fisici durante le ore più calde.
 
Ligi: “Comportamenti corretti per limitare i rischi”. A richiamare l’attenzione dei datori di lavori durante il Ramadan è il direttore territoriale Inail di Perugia-Terni, Alessandra Ligi, che ha più volte sottolineato come “il possibile incremento dei rischi di infortunio sul lavoro durante il Ramadan per i fedeli musulmani, unito all’obbligo da parte del datore di lavoro di valutare tutti i rischi per la sicurezza e la salute del lavoratore, compresi quelli riguardanti “gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari”, impone in questo periodo una particolare attenzione nei confronti di questi lavoratori”.
 
 
 
 
Fonte: Inail.




Creative Commons License Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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Rispondi Autore: Emanuele Visciano - likes: 0
10/07/2014 (08:56:28)
Il link al documento pdf non è funzionante.
grazie
Rispondi Autore: sossio - likes: 0
10/07/2014 (09:23:45)
Ma l'italia non è uno stato laico?
Rispondi Autore: Eugenia Marchi - likes: 0
10/07/2014 (09:56:33)
Diversi mussulmani sostengono che durante il Ramadan non sia possibile non solo mangiare, ma nemmeno bere (i gesti sono considerati in modo equivalente , come una "rottura del digiuno")quindi niente acqua ne cibo, non parliamo di zuccheri ed altro...nella loro cultura in questo periodo non si può utilizzare nemmeno il profumo.


Rispondi Autore: raffaella paolini - likes: 0
10/07/2014 (20:10:33)
e x i lavoratori cattolici ke devono fare il digiuno dal venerdì Santo alla notte di Pasqua come la mettono ???
Rispondi Autore: Aalessandro Claudio Orefice - likes: 0
14/07/2014 (12:44:39)
Grazie a Punto sicuro per diffondere elementi basilari per la riflessione personale,ancorché professionale. E che ad esempio, nonostante ci sia chi ancora lo ignori, ogni lavoratore di altra religione, selezionato e poi 'assunto' interino o per lungo periodo, per prestare in una organizzazione, è prima di tutto un individuo che vanta diritti della personalità garantiti sia
dalla “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo” che dalla “Costituzione”. Ne consegue una doverosa evidenza riflessiva anche 'sulla personnel idea' d'impresa[cfr.per la riflessione di"di genere gruppale": ex plurimis cfr. Cass.Civile, Sez. Lav. n.17314/2004] e sub specie obblighi di valutazione di Rspp/MC che collaborano alla valutazione di tutti i rischi e correlate conseguenze di misure di prevenzione. 2087,] onde favorire l'assonanza dell'ethos comportamentale di qualunque individuo o gruppo [cattolico o di altra professione religiosa]influenzante le qualità del convivere anche di pratiche condivise sicure, il diritto di tutela della salute e di libertà, compreso quello di culto. E' una delle aree in cui il diritto della sicurezza e quello del lavoro [messo spesso a dura prove da improvvisate aberraziones iuris succedutesi negli ultimi anni] risultano più interessanti nella pratica e finanche germinative di crescita per tutti. Numerosi patiscienti sindacali nei ccl hanno consolidato in regole scritte contrattuali proprio in questi ultimi mesi la qualità della prevenzione di questo convivere. Pur nella fatica della crisi e dei suoi irresponsabili artefici.
Buon lavoro agli amici di Punto Sicuro e ancora grazie.

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