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Criticità e aspetti positivi dell’applicazione del regolamento CLP

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Ambiente

13/07/2011

Le conclusioni di una Tavola Rotonda sulle criticità del regolamento CLP in rapporto alla contemporanea applicazione del regolamento REACH. I problemi interpretativi, la figura del rappresentante unico, l’SDS estesa e le attività di supporto.

 
Roma, 13 Lug – Per aiutare i lettori a conoscere le novità del regolamento n. 1272/2008 (regolamento CLP) abbiamo presentato in questi mesi diversi interventi del convegno “ Applicazione del Regolamento CE 1272/2008: classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle miscele e ricadute nella legislazione correlata", un convegno che si è tenuto a Roma il 13 maggio 2010 ed è stato organizzato dal Centro Nazionale Sostanze Chimiche ( CSC) dell’ Istituto Superiore di Sanità.
 
 

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Attraverso questi interventi abbiamo potuto approfondire le conseguenze dell’entrata in vigore progressiva del regolamento CLP sulla valutazione del rischio da esposizione e sulla classificazione dei rifiuti pericolosi. Abbiamo potuto inoltre conoscere le ricadute sugli stabilimenti a rischio di incidente rilevante e su prodotti fitosanitari, prodotti per la detergenza e nanomateriali.
 
Per affrontare ora anche gli aspetti più critici dell’applicazione del regolamento CLP riportiamo alcuni passaggi degli interventi della Tavola Rotonda finale - come riportati sul “ Rapporto ISTISAN 10/42”– che hanno affrontato collegamenti, scadenze e criticità dei regolamenti CLP e REACH.
 
AllaTavola Rotonda hanno preso la parola sia rappresentanti delle imprese coinvolte (in rappresentanza delle imprese coinvolte (Federchimica, Unionchimica/Confapi, ASSICC, …), sia rappresentanti delle istituzioni (Ministero della Salute, Ministero dell’Ambiente), sia rappresentanti degli organi periferici di vigilanza (ASL di Modena).
Ad esempio Federchimica ha ricordato che “la possibilità di poter rispettare le scadenze dipende operativamente dalla messa a disposizione, nei tempi utili, degli strumenti necessari nonché di indicazioni chiare e armonizzate a livello europeo”. E “le criticità maggiori che portano alla difficoltà di poter pianificare e attuare le attività necessarie, sono innanzitutto connesse alla mancanza di punti fermi e condivisi nell’interpretazione delle norme, come dalle imprese più volte richiesti e purtroppo lungamente attesi”.
In particolare sono attesi “chiarimenti relativamente ai polimeri, alle sostanze in R&D e alle sostanze di recupero. Anche il ruolo del rappresentante unico (Only Respresentative, OR) necessita di chiarimenti fondamentali per le imprese che importano da extra-UE”.
Ma le “preoccupazioni maggiori riguardano le novità sulle SDS (Schede dei Dati di Sicurezza, ndr). Tali disposizioni infatti vanno ad impattare su tutto il sistema produttivo coinvolgendo un numero davvero elevato di imprese”.
 
Anche Confapi  si sofferma su alcune criticità.
Per poter “effettuare una corretta notifica della classificazione, le aziende dovranno iniziare l’attività con il reperimento di tutte le informazioni disponibili per la specifica sostanza”. Ma quali e dove si trovano le informazioni disponibili?
 
Riportiamo a questo punto le conclusioni della Tavola Rotonda presentate dal moderatore dell’incontro, Roberto Binetti ( Centro Nazionale Sostanze Chimiche, Istituto Superiore di Sanità, Roma).
Queste alcune delle considerazioni emerse nel dibattito e raccolte dal moderatore:
 
- “la contemporanea entrata in applicazione di una serie di disposizioni afferenti sia al Regolamento CLP che al Regolamento REACH (applicazione nuovi criteri GHS per le sostanze, conseguente necessità di adeguare le SDS, notifica delle classificazioni all’ECHA, prima scadenza delle registrazioni REACH) rappresenta un elemento di estrema preoccupazione per l’industria, che dovrà impegnarsi al massimo delle proprie capacità sia in termini di risorse umane che in termini economici. Il problema diventa ancora più evidente per le PMI, quasi sempre prive della necessaria expertise e quindi costrette a rivolgersi a consulenti esterni”;
 
- la complessità delle norme in questione ha portato alla necessità di produrre una notevole quantità di linee guida e documenti tecnici che facilitino una comune interpretazione dell’articolato e degli allegati tecnici. Tuttavia la stesura di tali documenti guida ha richiesto più tempo del previsto, e su alcuni argomenti specifici il lavoro è ancora in corso, con le scadenze previste dalla norma ormai imminenti e inderogabili. Ciò sta inevitabilmente creando una situazione di disagio dovuta troppo spesso alla mancanza di punti fermi e condivisi proprio nei punti di più difficile interpretazione;
 
- la figura del rappresentante unico (Only Respresentative, OR) del produttore extraeuropeo è essenziale nel REACH, assumendo in tale contesto un ruolo determinante. Purtroppo tale figura non è prevista dal Regolamento CLP, e le aziende importatrici dovranno agire in proprio, ad esempio per la notifica delle classificazioni, spesso prive delle informazioni che magari sono disponibili presso l’OR;
 
- l’obbligo di predisporre la SDS estesa, contenente la sintesi degli scenari di esposizione appropriati, rappresenta un ulteriore problema per le imprese, trattandosi di una novità assoluta che avrà forti ripercussioni su tutta la gestione della sicurezza negli ambienti di lavoro;
 
- va ricordato che il campo di applicazione del Regolamento CLP è più ampio rispetto a quello del Regolamento REACH, perché quest’ultimo, almeno per quanto riguarda gli obblighi di registrazione, copre solo le sostanze che superano 1 t/anno, mentre il CLP prescinde dai quantitativi prodotti e/o immessi sul mercato. Questo significa che nel caso delle sostanze che rimangono al disotto di 1 t/anno viene meno la fonte primaria di dati, cioè la registrazione, e sarà necessario, come per la precedente normativa, fare riferimento ai soli dati di letteratura;
 
- notevole sarà anche l’impatto sulle cosiddette ‘legislazioni a valle’, cioè tutte quelle norme che si rifanno ai criteri di classificazione della Direttiva 67/548/CEE, e che dovranno essere adeguate per tener conto del nuovo sistema; 
 
- nell’ambito del commercio di prodotti chimici ci si trova molto spesso a importare da Paesi Terzi miscele piuttosto che sostanze isolate, con la difficoltà in molti casi di reperire perfino l’esatta composizione chimica del prodotto. Sarà quindi necessario rivedere profondamente il rapporto fra produttore e importatore, considerando che quest’ultimo dovrà essere pienamente consapevole della natura chimica dei prodotti che importa dovendo assumere in prima persona tutte le responsabilità legate all’applicazione delle norme in questione;
 
- estremamente positiva in ogni caso risulta l’attività di supporto che le Associazioni industriali del settore chimico stanno garantendo alle imprese associate;
 
- in questo nuovo contesto risulta essenziale il ruolo delle strutture periferiche del Servizio Sanitario Nazionale, che hanno il delicato compito di rendere credibile l’intero impianto normativo attraverso una attenta ed efficace attività di vigilanza sul territorio”. Gli interventi hanno sottolineato l’importanza della pubblicazione dell’Accordo Stato-Regioni del 29.10.2009 che “ha stabilito le modalità per la realizzazione di una rete nazionale di vigilanza e la creazione di un tavolo centrale di coordinamento”. Ed efficaci sono risultate le iniziative mirate alla formazione di operatori di vigilanza;
 
- “l’esistenza di una fase transitoria durante la quale potranno essere applicati entrambi i sistemi di classificazione complica ulteriormente sia l’attività delle imprese che quella degli organi di vigilanza;
 
- sono stati tuttavia sottolineati anche gli aspetti positivi e i vantaggi del nuovo regime classificatorio, primo fra tutti l’adozione di un unico linguaggio a livello mondiale che ha inglobato anche le norme di etichettatura per il trasporto delle merci pericolose”;
 
- è stata inoltre sottolineata “l’importanza dell’Helpdesk Nazionale per il CLP, che opera presso il Centro Nazionale Sostanze Chimiche dell’ISS, e che fornisce un prezioso supporto alle imprese;
 
- “infine, si sta sviluppando l’idea di creare sportelli informativi a livello regionale, allo scopo di soddisfare una esigenza informativa di base, limitando il ricorso agli Helpdesk nazionali ( Helpdesk REACH presso il Ministero Sviluppo Economico e Helpdesk CLP presso il CSC dell’ISS) solo nel caso di quesiti più tecnici e articolati”.
 
L’auspicio generale del relatore è che tutti gli attori coinvolti nell’applicazione del Regolamento CLP, strettamente connesso all’attuazione del Regolamento REACH, “possano creare sinergie e reti di scambio di informazioni e di assistenza reciproca per cogliere tutti insieme la sfida che viene dagli Organi comunitari, mirata nel suo complesso al miglioramento della salute umana e dell’ambiente, pur tutelando la competitività delle imprese europee rispetto a quelle extra-UE”.
 
 
 
 
 


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