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Microimprese piu’ esposte agli infortuni
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Quello delle microimprese è il settore più esposto agli infortuni professionali, con indici di frequenza di 80 infortuni ogni 1000 addetti (tra le imprese artigiane), e di 50/1000 (rispetto al totale delle microimprese), ben maggiori dell’indice generale, che è di 11/1000.
Il dato è stato rilevato nel corso della conferenza stampa, avvenuta in occasione della fiera Ambiente Lavoro, per la presentazione di un osservatorio nazionale sui rischi nelle microimprese, intendendo con questo termine aziende con un numero di effettivi (unità di lavoro/anno) inferiore a 10 e un fatturato inferiore ai 2.000.000 di euro. [Si veda PuntoSicuro n.1098 ].
Le microimprese costituiscono una quota molto rilevante del sistema produttivo italiano, ma rivelano una grande difficoltà a recepire le normative di sicurezza a causa di concreti problemi di carattere economico e organizzativo e a ridotte capacità tecniche e professionali che impediscono di adempiere a obblighi quali la valutazione dei rischi e la realizzazione di un adeguato sistema di gestione della sicurezza.
In Italia, al primo posto di questa categoria si collocano: commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e di beni personali e per la casa (complessivamente il 32,5%), subito dopo: attività immobiliari, di noleggio, attività connesse all’informatica e di servizi alle imprese (complessivamente il 19,9%). Il comparto artigiano, rappresentato in Italia da 1.342.959 imprese, che danno lavoro a circa 3.000.000 di persone, si inserisce a pieno titolo nella categoria delle microimprese, in quanto solo il 3,8% hanno più di 10 effettivi.
Nel corso dell’incontro, al quale hanno partecipato rappresentanti di CNA e Ispesl, è stata rilevata la necessità di semplificare per queste aziende la parte burocratica e formale del D.Lgs. 626/94, che viene recepita spesso come una tassazione aggiuntiva.
Il presidente dell’ISPESL, Antonio Moccaldi, ha ribadito la necessità di “operare unitamente per migliorare la qualità della ricerca, il trasferimento delle conoscenze, la formazione dei datori di lavoro e dei rappresentanti dei lavoratori con l’obiettivo di migliorare il sistema per la sicurezza nelle microimprese e di uniformarlo su tutto il territorio nazionale.”
Quello delle microimprese è il settore più esposto agli infortuni professionali, con indici di frequenza di 80 infortuni ogni 1000 addetti (tra le imprese artigiane), e di 50/1000 (rispetto al totale delle microimprese), ben maggiori dell’indice generale, che è di 11/1000.
Il dato è stato rilevato nel corso della conferenza stampa, avvenuta in occasione della fiera Ambiente Lavoro, per la presentazione di un osservatorio nazionale sui rischi nelle microimprese, intendendo con questo termine aziende con un numero di effettivi (unità di lavoro/anno) inferiore a 10 e un fatturato inferiore ai 2.000.000 di euro. [Si veda PuntoSicuro n.1098 ].
Le microimprese costituiscono una quota molto rilevante del sistema produttivo italiano, ma rivelano una grande difficoltà a recepire le normative di sicurezza a causa di concreti problemi di carattere economico e organizzativo e a ridotte capacità tecniche e professionali che impediscono di adempiere a obblighi quali la valutazione dei rischi e la realizzazione di un adeguato sistema di gestione della sicurezza.
In Italia, al primo posto di questa categoria si collocano: commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e di beni personali e per la casa (complessivamente il 32,5%), subito dopo: attività immobiliari, di noleggio, attività connesse all’informatica e di servizi alle imprese (complessivamente il 19,9%). Il comparto artigiano, rappresentato in Italia da 1.342.959 imprese, che danno lavoro a circa 3.000.000 di persone, si inserisce a pieno titolo nella categoria delle microimprese, in quanto solo il 3,8% hanno più di 10 effettivi.
Nel corso dell’incontro, al quale hanno partecipato rappresentanti di CNA e Ispesl, è stata rilevata la necessità di semplificare per queste aziende la parte burocratica e formale del D.Lgs. 626/94, che viene recepita spesso come una tassazione aggiuntiva.
Il presidente dell’ISPESL, Antonio Moccaldi, ha ribadito la necessità di “operare unitamente per migliorare la qualità della ricerca, il trasferimento delle conoscenze, la formazione dei datori di lavoro e dei rappresentanti dei lavoratori con l’obiettivo di migliorare il sistema per la sicurezza nelle microimprese e di uniformarlo su tutto il territorio nazionale.”