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Le lettere al direttore: come hanno operato le regioni sulla sicurezza sul lavoro?

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Medico competente

29/02/2008

Pubblichiamo la lettera di un lettore, medico del lavoro Sisal, in merito al funzionamento del coordinamento regionale in materia di sicurezza sul lavoro e la risposta del presidente Aifos.

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Pubblichiamo la lettera del dott. Flavio Coato, medico del lavoro Spisal ULSS 22 del Veneto di Bussolengo, in merito al funzionamento del coordinamento regionale in materia di sicurezza sul lavoro.
 
Nello spirito di stimolare una discussione sul tema, ospitiamo di seguito la risposta del presidente Aifos, Rocco Vitale.
 
Egregia redazione, leggo nel sommario di oggi (numero 1882 di martedì 19 febbraio 2008, ndr) un intervento di Rocco Vitale presidente AIFOS sulla formazione RSPP, il quale inserisce, fra le altre, una nota polemica nei confronti dell'operato delle regioni in materia di TU, che riporto: "non entreremo nel merito del funzionamento del coordinamento regionale in materia di sicurezza sul lavoro sottolineando solo che, a fronte della strage continua delle morti bianche ed alla necessità di intervenire urgentemente, solo il governo ha prodotto un documento, in discussione, del nuovo Titolo I del Testo Unico sulla sicurezza. Le regioni hanno brillato per la loro assenza e capacità indecisionale".
 
Voglio segnalare, per rispetto a tutti i colleghi che come me hanno lavorato in questi mesi con intensità sul Testo Unico, che il documento sul Titolo I è frutto di un gruppo di lavoro misto a cui le regioni hanno dato un contributo importante. Nel frattempo hanno lavorato altri 14 gruppi a composizione mista, nei quali i componenti fissi sono stati ministero del lavoro, ministero della sanità, Ispesl, Inail e regioni: in alcuni casi hanno partecipato rappresentanti di altri enti.
 
Nei 14 gruppi i rappresentanti delle regioni sono stati operatori dei servizi di prevenzione e vigilanza delle ASL.
 
Non trovo corretto che, nel segnalare carenze reali e magari gravi nell'organizzazione (il problema andrebbe comunque affrontato con ben altro respiro sul piano tecnico-politico), si coinvolga tutto il sistema della prevenzione che è fatto, lo ricordo, di persone molto spesso impegnate e professionalmente capaci.
 
distinti saluti
 
dott. Flavio Coato, medico del lavoro Spisal ULSS 22 del Veneto - Bussolengo, VR
 
 
Di seguito la risposta del presidente Aifos, Rocco Vitale.
 
 

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Confermo e ribadisco le mie critiche alle Regioni. Con chiarezza indicavo l'assenza totale del "coordinamento regionale" che doveva concludere il proprio lavoro di sperimentazione sui corsi per RSPP e sottoporre alla conferenza Stato Regioni una proposta. Non è successo nulla e ci hanno lasciato tutti in mezzo al guado.
 
Quanto al lavoro svolto per il nuovo testo unico confermo che il governo ha lavorato bene. In questo contesto accolgo con piacere e condivido quanto dice il dott. Coato. Non sfuggirà però che l'iniziativa è stata del governo e non delle singole amministrazioni regionali.
 
Il fatto, poi, che i funzionari regionali, Asl, e tanti altri abbiamo collaborato a questo importante ed utile lavoro (anche Aifos ha fatto la sua parte) nulla toglie alla critica di fondo verso le regioni.
Del resto conosco bene ed apprezzo il lavoro e l'attività del dott. Coato e dell'ULSS 22 del Veneto che da anni è in prima fila nella ricerca e nelle azioni di prevenzione della sicurezza sul lavoro.
 
Mi piace ricordare come, io stesso, ho apprezzato ed utilizzato un primo ed importante lavoro svolto sulla guida sicura dei mezzi pesanti sviluppato e realizzato con grande anticipo rispetto a tanti altri.
 
Pertanto la critica - di natura strettamente politica - al ruolo svolto dalle regioni intese nel loro complesso e non singolarmente nulla toglie alla professionalità di tanti amici e colleghi che operano nel settore pubblico e che, forse, anch'essi con fatica si destreggiano nell'intricata matassa normativa legislativa: a loro, prima di tutti, certamente è sempre ben presente e non è sfuggita la difformità delle normative regionali e le difficoltà ad operare in modo unitario e coordinato.
Gli operatori ed i formatori della sicurezza sul lavoro, come ho avuto occasione di dichiarare pubblicamente, sono consapevoli del nuovo ruolo e dell'importanza che le regioni devono assumere.
 
Però con altrettanta franchezza quanto è successo, in questi due anni di sperimentazione, dimostra una grande proliferazione di atti burocratici e poca concretezza sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro.
 
Concordo con il dott. Coato quando afferma che le carenze"reali e magari gravi" sono di natura tecnico-politico ed in questo senso raccolgo il suo richiamo a lavorare assieme pubblico e privato con serietà e professionalità.
 
Rocco Vitale, presidente Aifos
 
 
 


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