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L’Emilia Romagna fa il punto sulla sicurezza

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Criminalità

09/11/2004

Presentato il decimo Rapporto sulle politiche e i problemi della sicurezza sul territorio regionale.

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Più rapine e borseggi, meno scippi e furti nelle case. Sono questi in estrema sintesi alcuni dati salienti del “Rapporto sulle politiche e i problemi della sicurezza”, presentato nei giorni scorsi dalla Regione Emilia Romagna. Il documento, giunto alla decima edizione, raccoglie i dati sulle denunce, sui reati e sulla percezione della sicurezza da parte dei cittadini.

Per valutare i risultati delle misure di prevenzione attuate, a 10 anni dall'avvio in Emilia Romagna delle prime iniziative nel campo della sicurezza; l’edizione 2004 del rapporto si è concentrata, quindi, sul lungo periodo.

I furti in appartamento, dopo una forte crescita riscontrata nella prima metà degli anni ´90, è seguito il calo degli ultimi anni che, in regione, ha riportato le denunce al valore dei primi anni ´90 (-33%). Vi sono, poi, due reati predatori in diminuzione costante nel periodo che va dai primi anni ´90 ad oggi: i furti d´autoveicoli e gli scippi.
In crescita, invece, sia a livello regionale che nazionale le denunce per le rapine, che su base decennale aumentano in Emilia-Romagna dell´80%, con un + 102% per le rapine a danno di banche e di uffici postali. In crescita in regione sono anche i borseggi (+89%) e i furti a danno di negozi (+41% in Emilia-Romagna e +27% in tutta la penisola). Particolare è l´andamento che hanno i furti su auto in sosta: in calo in Italia (-37%), mentre sono tornati a crescere in regione (+10%) dopo un periodo di stasi.

Il rapporto contiene anche i risultati di una indagine sulla vittimizzazione, svolta, in collaborazione con l´Istat, su un campione rappresentativo della popolazione regionale di oltre 11.000 persone.
Dall´analisi dei risultati riferiti ai reati predatori che avvengono sulle strade (scippi, borseggi, furti di oggetti personali, rapine personali, aggressioni e minacce) emerge che sono le donne a rappresentare la categoria più a rischio. Ma non solo.
Se si considerano i reati nella loro globalità, la probabilità di subirne uno è maggiore per le donne, i giovani, le persone che vivono da sole, i più istruiti, gli appartenenti alle classi sociali più abbienti, i residenti nelle aree metropolitane. “In sostanza - rilevano i curatori dell’indagine - le persone che hanno l´abitudine, per impegni di lavoro o per svago, di trascorrere molto tempo fuori dalle mura domestiche E´ la conferma di quanto emerso in una precedente indagine che ribalta la posizione, abbastanza stereotipata, che riconduce il rischio di vittimizzazione essenzialmente a motivi di vulnerabilità.”

In particolare, dal 2000 al 2002, circa 18 persone su 100 hanno subito almeno uno scippo, un borseggio, un furto, una rapina, un´aggressione e/o una minaccia. Lo scippo ha coinvolto poco più di 80.000 residenti in Emilia-Romagna con età superiore a 14 anni (il 2,3% della popolazione regionale): il 2,9% della popolazione femminile e l´1,6% di quella maschile. Sono state, invece, quasi 260.000 le vittime di borseggio (il 7,2% della popolazione regionale). Anche in questo caso sono state soprattutto le donne ad esserne colpite, in misura doppia se confrontate ai maschi. Le donne residenti nei centri metropolitani e che hanno l´abitudine di passare più tempo fuori casa registrano un tasso addirittura tre volte superiore a quello medio regionale. A livelli inferiori, ma comunque sopra la media generale, sono vittime di questo reato le studentesse, le più istruite, le più giovani (18-29 anni) e le non sposate (nubili o separate), che svolgono un´attività lavorativa in proprio come imprenditrici o libere professioniste.
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