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Sei operai morti per le esalazioni in un depuratore

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Rifiuti

12/06/2008

A Mineo, in provincia di Catania, ancora una tragedia del lavoro: 6 operai sono morti durante le operazioni di manutenzione di una vasca di un depuratore comunale.

Mineo, provincia di Catania, il depuratore consortile: questo il luogo, apparentemente con rischi limitati, dove invece hanno trovato la morte ben sei operai. Quattro erano dipendenti comunali e gli altri di un azienda privata.
 
È accaduto nel pomeriggio di ieri, mentre i 6 operai erano intenti alla manutenzione dell’impianto, nei pressi di una vasca del depuratore.
 
La causa più probabile, al momento della stesura di questo articolo, sembrano essere delle esalazioni dei liquami della vasca.
 
Chiuso in redazione alle 19.00 del 11.06.2008.
 
 
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Rispondi Autore: dr Luigi Filippo von Mehlem - likes: 0
12/06/2008 (07:25)
Abbiamo in Italia la pessima abitudine di arrivare sempre "DOPO" , reprimendo , emanando decreti d'urgenza spesso per la fretta rimedio peggiore del male ,cambiando codice civile e penale , riempendo i Telegiornali e le prime pagine dei giornali ecc.
Se tutti questi eclatanti episodi fossero invece coordinati in una reale ricerca di PREVENZIONE , proponendo ed IMPONENDO prima di reprimere o versal lacrime sul latte versato o peggio ancora sui nostri morti e feriti , si otterrebbero risultati migliori e DURATURI.
Per esempio : pare impossibile che con tanti precedenti ci sia ancora chi possa entrare in una cisterna qualsiasi , con o senza pericolo di esalazioni velenose o semplicemente carenza di ossigeno o pericolo di incendio SENZA una adeguata maschera con respiratore , tuta antifuoco , collegamento radio , funi di ancoraggio ecc.e quanto altro ritenuto necessario per garantire la sopravvivenza ed il recupero dei vivi e non dei cadaveri ?
Qualsiasi ponteggio , gru ,carrello elevatore ecc, dovrebbe essere non solo certificato , ma munito di adeguata analisi dei rischi e di visibilissime avvertenze. In caso di lavoratori stranieri deve imporsi la traduzione a carico dei datori di lavoro E dei responsabili di cantiere , notare la E maiuscola , non è un refuso.
Occorre creare una Commissione che in tempi rapidissimi , valutando anche i pareri e consigli di tutti gli RSPP ed esperti del settore , nel motto Prevenire e non Reprimere ,dia al Governo la possibilità di emanare una Legge ben articolata e comprensibile , e questa andrebbe pubblicizzata e diffusa da Telegiornali e Stampa meglio dei Necrologi e pianti postumi.
Punto Sicuro ed i suoi esperti potrebbero essere i promotori di questa iniziativa.
Rispondi Autore: Pier Giorgio Confente - likes: 0
12/06/2008 (11:32)
Quello che manca nel nostro ordinamento è l'utilizzo dell'errore per imparare.
Ad ogni evento grave l'organo, per altro previsto dal D. Lgs 81, art. 8, "Sistema informativo nazionale", dovrebbe condurre subito una indagine tecnica (quella "penale" è un'altra cosa ed è inutile per apprendere dall'errore)e renderla nota, sia mediante banca dati che mediante comunicazione diretta alle realtà aziendali simili a quella ove è avvenuta la tragedia.
Questo permetterebbe ai responsabili aziendali la verifica delle proprie analisi e procedure di sicurezza ed un adeguamento delle proprie procedure.
Siamo in grado di avviare un movimento "culturale e scientifico" volto all'utilizzo positivo degli errori?
Rispondi Autore: Mario Rossi - likes: 0
12/06/2008 (19:21)
Leggo nell'articolo "Mineo, provincia di Catania, il depuratore consortile: questo il luogo, apparentemente con rischi limitati, dove invece hanno trovato la morte ben sei operai." rimango perplesso dal considerare un impianto di depurazione un luogo apparentemente con rischi limitati.
La mia esperienza in campo sicurezza del lavoro presso tali impianti è stata di tutt'altro avviso: il depuratore è un impianto di produzione industriale dove viene trasformato, con linee di processo più o meno complesse ed articolate, il liquame il due componenti a) acqua, b) fango. E' notoriamente risaputo da tutti gli addetti di settore che nelle fasi di digestione dei reflui da parte dei microrganismi (fango) deputati alla depurazione dell'acqua vi è un processo di crescita e moria del fango con conseguente decomposizione di sostanza organica che produce biogas e idrogeno solforato esplosive e letali per l'uomo.
Da tempo ormai gli accessi a vasche, cunicoli, intercapedini, eccetera all'interno di un depuratore avvengono solo dopo bonifica dell'aria e monitoraggio con rilevatori gas/ossigeno che rimangono in funzione per tutta la durata dell'intervento, per interventi su tubazioni si arriva fino alla inertizzazione della condotta con azoto liquido per evitare il ristagno di atmosfere pericolose.
L'applicazione di specifiche procedure di lavoro per la messa in sicurezza del'impianto oggetto dell'intervento e per l'accesso in spazi confinati con la compilazione di una lista di controllo per l’ok di apprestamenti di sicurezza, dpi e rilevatori è ormai riconosciuta condizione essenziale per l'accesso a detti ambienti.
Lavori simili si trovano normati dall'esperienza di attività svolte prevalentemente in ambienti pericolosi come cisterne, silos, caldaie industriali, condotte, camini e stive di navi.
Credo che sia un onere professionale del Servizio di Prevenzione e Protezione informarsi sull'evoluzione delle tecniche di sicurezza e ricercare anche in altri ambiti lavorativi con rischi affini le soluzioni più opportune, così da fornire idonei mezzi di salvaguardia dei lavoratori a Datori di Lavoro, Dirigenti e Preposti.
Forse il solo ottenimento di un attestato di partecipazione ad un corso modulare, come previsto dal D. Lgs. 195/2003, non può essere condizione abilitante all’incarico di addetto o responsabile del SPP, credo che sia opportuno parlare di professionalità acquisita, di senso di valutazione del rischio, di conoscenza tecnica specifica.
La giusta scelta del team della sicurezza da parte del Datore di Lavoro, credo che sia la politica premiante per una giusta applicazione del sistema sicurezza nel mondo lavorativo.
Si spera che con l’avvento del maxi TESTO UNICO (D. Lgs 81/2008) si possa approdare alla cultura della sicurezza e a far scendere drasticamente il numero dei caduti sul lavoro, perché di questo si tratta visti i numeri paragonabili ad una guerriglia.
Spero che il nuovo campo sanzionatorio venga, nei casi eclatanti di omicidio colposo e di lesioni gravi in ambito lavorativo, applicato dai Magistrati nella formula della massima pena, forse così tutte le figure responsabili di tali reati saranno costrette a cambiare atteggiamento nei confronti della sicurezza dei propri lavoratori; attivandosi non più nel trovare espedienti che gli permettano di aggirare le norme,ma processi reali che inducano ad un cambiamento culturale nella sensibilità alla sicurezza dei propri dipendenti.
Rispondi Autore: redazione - likes: 0
13/06/2008 (15:42)
Apprezziamo il completo e professionale commento del sig. Rossi. Sottolineiamo solo che il termine "apparentemente" stava proprio a significare che, senza una corretta valutazione dei rischi, il luogo può apparire come privo di gravi rischi. Ne è prova la tragica sottovalutazione compiuta dai 6 operatori.

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