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Uno studio sulla percezione e rappresentazione del rischio nei cantieri edili

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Edilizia

11/03/2008

Come è rappresentato il rischio tra gli operai del mondo edile? Un terzo lo considera un lavoro sicuro e le maggiori preoccupazioni sono legate a cadute e ferite. Poco interesse per i disturbi muscolo-scheletrici.

Sul volume XXIX, N. 3 del Giornale di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, del Centro Studi Fondazione Maugeri, sono presenti numerosi contributi alla prevenzione dei rischi lavorativi.

Uno di questi ci è apparso rilevante perché focalizza l’attenzione, una volta tanto, non tanto sul rischio effettivo ma sul rischio percepito.

In “La percezione e rappresentazione del rischio nei cantieri edili: uno studio esplorativo”, condotto da  G. Gari e  L.Grattieri (USSD Psicologia Clinica - Ospedali Riuniti di Bergamo), da M.S.Spada e D.Ramenghi (UO Medicina del Lavoro - Ospedali Riuniti di Bergamo) e da  G.Mosconi (Comitato Paritetico Territoriale Bergamo), si cerca di dare risposte a domande su cosa sia un rischio, su quali attività siano considerate pericolose e perché. E lo si cerca di fare in un comparto, quello edile, da sempre afflitto da un elevato tasso infortunistico e da una elevata incidenza di malattie professionali.

Lo studio si è articolato in quattro fasi:

- una prima fase di raccolta di studi precedenti, pareri di esperti e di osservazione del lavoro;

- una seconda fase di conduzione dei Focus Group (forma di ricerca qualitativa in cui un gruppo di persone è stimolato a raccontare il proprio atteggiamento nei confronti di quanto viene presentato): alcuni con operai adulti, altri con studenti della scuola edile;

- una terza fase di interviste;

- una quarta fase di analisi dei dati per trarre delle conclusioni.

Uno dei primi elementi di partenza è stata la ricerca di definizioni idonee per i temi trattati. Ad esempio la percezione del rischio viene definita “come quel processo di organizzazione e unificazione sensoriale che attiva un processo valutativo, con attribuzione di significato, a cui consegue un comportamento”.

Nei Focus Group sono state sottoposte agli operai delle fotografie con situazioni tipiche di cantiere per stimarne il grado di rischio. In questo caso sono apparse più rischiose le situazioni che potevano portare a ferimenti, a cadute dall’alto o a caduta di pesi. Meno rischiose, invece, le situazioni in cui mancavano adeguati DPI o in cui c’era movimentazione di carichi. 

Le situazioni percepite con minor rischio spesso sono quelle che portano a conseguenze differite nel tempo.

Le differenze di età degli operai può influire sulla percezione del rischio: spesso sono proprio i più giovani che ne hanno una percezione minore.

E di fronte a infortuni pregressi? Non sembra che gli operai infortunati in passato abbiano una percezione del rischio maggiore, a meno che non ci si riferisca al tipo di rischio che ha prodotto l’infortunio.

Ma l’attività edile è considerata pericolosa? Dalle interviste risulta che per almeno un terzo degli operai non lo sia per niente o, comunque, poco.

E quali sarebbero i principali rischi? Per quasi l’80 % degli intervistati sono le cadute, seguite da tagli e ferimenti (63%) e dalla caduta dei pesi (47%).

Meno considerati i rischi legati alle sollecitazione delle articolazioni (11%) o derivanti da pericoli quali polveri (11%) e condizioni igieniche (5%).

Quali invece i fattori rilevati che influiscono sul rischio?

Tra i fattori organizzativi sono indicati la fretta, l’organizzazione del cantiere e la dimensione dell’azienda; tra quelli personali alcune caratteristiche della personalità (come la fiducia in sé o il desiderio di mettersi alla prova), la preparazione, l’esperienza e gli eventuali infortuni pregressi; tra i fattori di gruppo la tendenza al conformismo, l’imitazione di modelli sbagliati, il desiderio di appartenenza, ...; infine i fattori culturali  sono considerati come un elemento influente ma trasversale (l’insieme di “valori, credenze, significati che caratterizzano individuo, gruppo e organizzazione”).

È evidente, dunque, che nella rappresentazione del rischio da parte degli operai intervengono diverse “variabili di natura personale, organizzativa, gruppale e culturale” funzionando da modulatori tra “la percezione del rischio e l’assunzione di comportamenti rischiosi”.

Questo studio esplorativo e sperimentale può essere “un contributo alla costruzione di un senso e di un discorso condiviso” sul “rischio” in cantiere.

Lo studio “La percezione e rappresentazione del rischio nei cantieri edili: uno studio esplorativo” è consultabile insieme ai numerosi articoli dedicati alla VALUTAZIONE DEL RISCHIO (formato PDF, 3.42 MB) del volume XXIX, N. 3 del Giornale di Medicina del Lavoro ed Ergonomia.

 

T. Menduto

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