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Benessere e sicurezza tra gli operatori della sicurezza

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Banche e vigilanza

04/12/2007

Una ricerca tra i “Vigilantes” mostra come sia necessario trovare soluzioni che permettano di salvaguardare il benessere e la sicurezza degli operatori degli Istituti di Vigilanza e l’efficacia dei servizi svolti.

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“Andromeda news”, periodico dell’Associazione Andromeda, riporta un articolo di Isabella Corradini che illustra i risultati di una recente ricerca. L’indagine, svolta dall’Associazione Themis, in collaborazione con il Savip (Sindacato Autonomo Vigilanza Privata), esamina la qualità dei luoghi di lavoro e la soddisfazione di coloro che prestano la propria attività presso gli Istituti di Vigilanza.
 
E’ la stessa Corradini ad indicarne chiaramente i principi ispiratori: “L’importanza che oggi viene attribuita alla qualità dei luoghi di lavoro ha indotto ad una maggiore attenzione ai fattori di rischio per la salute dell’individuo che lavora. Il problema dello stress investe ormai ampie categorie di soggetti, in funzione soprattutto dei pressanti ritmi quotidiani.”
 
Non è difficile comprendere come l’attività del Vigilantes, insieme a quella delle Forze dell’Ordine e di altri operatori della sicurezza, comprenda alti carichi di responsabilità, condizioni di lavoro difficili, stressanti e pericolose. Il lavoro dell’Associazione Themis ha cercato proprio di mettere in rilievo tutti i fattori capaci di diminuire il benessere psicofisico e la sicurezza degli addetti alla vigilanza privata.
 
La ricerca si è svolta su un campione di 140 soggetti, per lo più maschi e con un 47% in età compresa tra i 31 e i 40 anni, attraverso un apposito questionario. Il questionario, denominato “La soddisfazione lavorativa nell’ambito della vigilanza privata”, era composto da domande su diverse problematiche: selezione e formazione del personale, i fattori di soddisfazione-insoddisfazione, rapporto con superiori e colleghi, stato emotivo e cambiamenti auspicati.


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Il quadro che emerge dalle risposte non è entusiasmante. Il 60% del campione dichiara che il lavoro svolto non è soddisfacente e tra i punti più critici nel comporre questo giudizio vengono elencati, oltre al basso prestigio sociale della professione e ai problemi di retribuzioni e carriera, anche la presenza di orari e turni di lavoro eccessivamente faticosi.
 
Altre lamentele riguardano poi la sicurezza. La fornitura di equipaggiamenti non è sempre adeguata alle situazioni. Se, ad esempio, nel servizio di trasporto valori non sono presenti, oltre alla consueta arma in dotazione, “il giubbotto antiproiettile a norma, una perfetta organizzazione del percorso da seguire e una suddivisione dei ruoli degli operatori (capo scorta, autista, portavalori)”, vengono meno i requisiti minimi di sicurezza del lavoratore.
 
La carenza di strumenti adeguati va poi di pari passo con la carenza di formazione: il 53% del campione dichiara di non averne ricevuta alcuna.
 
I risultati di questa indagine, capace di mettere in luce fattori di rischio e criticità riguardo all’organizzazione del lavoro dei Vigilantes, mostrano in modo inequivocabile la necessità di trovare soluzioni e strategie nuove che permettano di salvaguardare il benessere psicofisico di tutti gli operatori impegnati nell’ambito della sicurezza, ma anche di mettere gli stessi operatori in grado di garantire l’efficacia dei servizi svolti.



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