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Nuove minacce biologiche sui luoghi di lavoro europei

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Luoghi di lavoro

28/11/2007

Alcune migliaia di decessi nell’UE sono dovuti a malattie infettive contratte sul luogo di lavoro. Molti dei rischi biologici presenti negli ambienti di lavoro sono sottovalutati. Una nuova relazione dell’Agenzia europea per la sicurezza sul lavoro.

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Sono alcune migliaia i decessi nell’Unione Europea dovuti a malattie infettive contratte sul luogo di lavoro e molti dei rischi biologici presenti negli ambienti di lavoro sono ancora oggi sottovalutati. Questa situazione è analizzata da una recente relazione dell’Osservatorio europeo dei rischi dell’Agenzia europea per la sicurezza sul lavoro.
 
Il documento riguarda, in modo particolare, gli agricoltori, gli operatori sanitari o le persone che lavorano in nuovi settori come quello del trattamento dei rifiuti.
 
Malattie trasmissibili quali la SARS, l’influenza aviaria o la Dengue destano crescente preoccupazione. Nonostante le vigenti normative europee, le conoscenze di cui si dispone sono ancora limitate e in molti luoghi di lavoro la valutazione e la prevenzione dei rischi biologici sono inadeguate. La relazione sottolinea l’importanza di un approccio globale e multidisciplinare che coinvolga la sicurezza e la salute occupazionale, la salute pubblica, la protezione dell’ambiente e la sicurezza alimentare.
 
“I rischi biologici sono spesso sottovalutati, sebbene possano essere estremamente dannosi per i lavoratori dell’UE di ogni settore” afferma Jukka Takala, direttore dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro di cui l’Osservatorio europeo dei rischi (ERO) è parte integrante. “La sfida che dobbiamo affrontare consiste nell’individuare questi rischi appena si presentano, analizzare le eventuali ripercussioni sulla salute delle persone ed elaborare politiche e procedure per ridurne al minimo la propagazione”. La previsione degli esperti dell’ERO individua nuovi e crescenti rischi biologici legati alla sicurezza sul lavoro e ribadisce la necessità di prendere in considerazione tutte le responsabilità e i mezzi di controllo collettivi, sia sul posto di lavoro che in altri contesti.
 
Le malattie trasmissibili rappresentano una minaccia per i lavoratori dell’UE
Si stima che ogni anno circa 320 000 lavoratori in tutto il mondo perdano la vita a causa di malattie trasmissibili provocate da rischi biologici virali o batterici, o dovute al contatto con insetti o animali. Anche se la maggioranza dei decessi si verifica nei paesi in via di sviluppo, tra i lavoratori dell’UE si contano circa 5 000 vittime. Le donne risultano più a rischio degli uomini, essendo da sempre preposte ad attività caratterizzate da un livello di rischio biologico e di esposizione elevato.
 
I maggiori rischi emergenti comprendono epidemie globali di agenti patogeni contagiosi nuovi (come la sindrome respiratoria acuta grave o SARS, l’influenza aviaria e l’Ebola) e riemergenti (come il colera e la febbre gialla). Considerando la velocità e le dimensioni del traffico e del commercio internazionali, queste sostanze possono diffondersi in tutto il mondo in poche ore e originare una nuova pandemia.


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I settori industriali più a rischio
Poiché molte di queste malattie attraversano la barriera tra specie, infettando l’uomo, le persone che lavorano a contatto con gli animali sono particolarmente a rischio. Altri agenti patogeni come la tubercolosi hanno sviluppato una resistenza ai farmaci utilizzati finora e possono manifestarsi sotto forma di infezioni gravi nei lavoratori del settore dell’assistenza sanitaria.
 
Situazioni caratterizzate da un tipo di esposizione più complessa si presentano in nuovi settori, quali il trattamento dei rifiuti, in cui i lavoratori entrano in contatto con un’ampia gamma di microrganismi e composti organici trasportati dall’aria. Le muffe possono diffondersi in qualsiasi ambiente di lavoro in interni a causa di una manutenzione inadeguata dell’impianto di condizionamento e possono provocare asma e allergie.
 
Per approfondimenti:
 
- sezione specifica del sito dell’Agenzia europea per la sicurezza sul lavoro.
 
Fonte: Agenzia europea per la sicurezza sul lavoro.



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