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Incendio alla ThyssenKrupp: il risultato di una politica aziendale

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Industria

17/10/2008

Nell'udienza preliminare per il rogo nello stabilimento torinese chiesto il rinvio a giudizio per la ThyssenKrupp per il reato di omicidio colposo. Secondo l’accusa “il reato è stato commesso nell'interesse e a vantaggio della società”.

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È anche su una ricostruzione dei fatti che si basano i recenti rinvii a giudizio riguardo alle responsabilità della ThyssenKrupp nell’incendio delle acciaierie di Torino.
 
Nel febbraio del 2007 scoppia l’incendio in uno stabilimento ThyssenKrupp tedesco. Incendio che “per un miracolo” – almeno secondo un documento dell’azienda – non avrà vittime.
Successivamente viene stanziato un fondo per migliorare la sicurezza nelle acciaierie di Torino. Ma questo miglioramento non avverrà, si aspetta il trasferimento a Terni. La fabbrica torinese è destinata alla chiusura e la scelta della proprietà, secondo l’accusa, è il risparmio.
 
 
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È lo stesso Pm Guariniello – che insieme a Laura Longo e Francesca Traverso rappresenta l’accusa – a sintetizzare questa ricostruzione in una frase chiara e forte: “riteniamo che il reato sia stato commesso nell'interesse e a vantaggio della società”.
L’indagine ha permesso di comprendere – continua il Pm – che “questo infortunio mortale non è il risultato di una scelta individuale ma di una politica aziendale”.
 
Alla luce di queste affermazioni è comprensibile il risultato della seduta dell'udienza preliminare per il rogo nello stabilimento torinese:
- rinvio a giudizio per omicidio volontario con dolo eventuale per Harald Espenhahn, amministratore delegato della ThyssenKrupp;
- accusa di omicidio colposo per altri 5 manager della multinazionale tedesca (Marco Pucci, Gerald Pregnitz, Giuseppe Salerno, Daniele Moroni e Cosimo Cafueri);
- accusa per tutti i sei dirigenti di omissione delle cautele antinfortunistiche;
- richiesta di rinvio a giudizio per la ThyssenKrupp per il reato di omicidio colposo.
 
Queste richieste rappresentano una novità e un importante precedente nel panorama nel mondo processuale italiano. Se la responsabilità della società è già prevista per i reati in materia di salute e sicurezza sul lavoro, è la prima volta che il reato di omicidio volontario con dolo eventuale viene contestato per infortuni mortali sul lavoro.
 
Il procuratore Guariniello si augura che si possa arrivare alla chiusura dell'udienza preliminare e alla fissazione del processo prima dell'anniversario della tragedia, il 6 dicembre.
 
Tiziano Menduto



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