ARTICOLO DI PUNTOSICURO

Anno 12 - numero 2473 di mercoledì 22 settembre 2010

Come comportarsi dopo un incidente di lavoro?

Consigli a datori di lavoro, direzioni aziendali, persone coinvolte e familiari per i comportamenti idonei da attuare dopo l’esperienza traumatica di un incidente di lavoro. Le comunicazioni alla stampa.

 
In un precedente articolo abbiamo parlato delle conseguenze traumatiche degli incidenti sul lavoro, dell’importanza del supporto psicologico alle persone direttamente coinvolte nell’evento, oltre che a familiari ed amici e dei rischi per le aziende e i lavoratori, in assenza di questo supporto.
Vediamo ora quali sono i comportamenti più idonei da tenere dopo che è avvenuto un grave incidente, con riferimento ai datori di lavoro, le persone coinvolte, i familiari e gli amici.
 

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Lo facciamo soffermandoci di nuovo sul documento di Suva, istituto svizzero per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni, dal titolo "Pronto soccorso psicologico: cosa fare dopo un grave infortunio sul lavoro?".
 
Nella scheda relativa alle “misure più importanti per la direzione aziendale e i responsabili della sicurezza si sottolinea che un grave infortunio crea disagio per tutti coloro che ne sono coinvolti e che “l’assistenza psico-sociale delle persone rimaste illese è un aspetto particolarmente importante”.
 
Come affrontare la situazione successiva all’evento?
Intanto è necessario concordare le varie fasi di intervento con i vari responsabili organizzativi, con il servizio di soccorso, con i professionisti esterni incaricati di prestare il pronto soccorso psicologico, per evitare inutili sovrapposizioni.
 
Riportiamo le indicazioni proposte da Suva per il momento appena successivo all’incidente:
- “chiarire con il responsabile organizzativo/il servizio di soccorso/la polizia se è opportuno ricorrere ad esperti esterni per il soccorso psicologico e incaricare qualcuno di reclutare il personale necessario”;
- “rimuovere i nomi e i numeri di telefono (ad esempio quello del capo squadra) affissi in luoghi accessibili al pubblico (per garantire la protezione dei dati e della personalità);
- predisporre per gli eventuali visitatori esterni uno spazio sufficientemente lontano dal luogo dell’infortunio (le vittime e le altre persone coinvolte devono essere protette da sguardi indiscreti);
- trovare e riunire tutte le persone che sono state in qualche modo coinvolte nell’infortunio, ovvero le persone che vi hanno assistito ma anche i colleghi particolarmente vicini all’infortunato;
- evitare che qualcuno se ne vada senza avvisare e, eventualmente, fare accompagnare a casa le persone che ne hanno bisogno.  Impedire che i testimoni dell’infortunio si mettano alla guida di un veicolo”;
- “avvertire i familiari dell’infortunato” (tenendo conto di quanto detto successivamente in merito agli incidenti gravi);
- “tenere informati i quadri sulle indagini relative all’infortunio, su tutti gli elementi noti e sulle condizioni di salute dell’infortunato, se necessario in collaborazione con la polizia;
- “chiarire che le informazioni devono essere rilasciate in primo luogo dalla direzione aziendale (anche nei confronti dei familiari) e solo in secondo luogo dalla polizia o dalla direzione dei soccorsi. I collaboratori non devono rilasciare informazioni a terzi e nemmeno alla stampa”;
- “discutere con i diretti interessati di quale tipo di aiuto hanno bisogno per risollevarsi e dare loro la possibilità di scambiarsi le proprie esperienze mettendo a disposizione il tempo e lo spazio necessario, senza però costringere nessuno;
- spiegare come si svolgeranno i prossimi giorni e quando si tornerà al lavoro. Chiarire se i collaboratori ricevono sostegno in famiglia, se hanno delle attività nel tempo libero oppure rimangono soli a rimuginare;
- “stabilire quando verranno informati gli assenti (i collaboratori in ferie o la quadra del turno successivo)”.
 
Nel periodo successivo all’infortunio (primi giorni/settimane) è invece utile:
- discutere nei dettagli le condizioni del rientro in azienda per i lavoratori rimasti a casa a seguito dell’incidente. Se necessario procedere con “un orario di lavoro ridotto, l’assistenza da parte di qualche collega, il (provvisorio) trasferimento ad un altro reparto, la rinuncia ad attività che richiedono un notevole sforzo;
- concordare le misure di comune accordo con i diretti interessati;
- fare chiarezza sui vari interventi di assistenza alle persone coinvolte nell’infortunio;
- tenere presente che la reazione ad un’esperienza traumatica potrebbe manifestarsi anche più tardi, non necessariamente subito dopo l’evento”.
Inoltre “se è necessario un intervento terapeutico, indirizzare le persone ad uno specialista” e “svolgere un colloquio con il collaboratore nel momento in cui riprende il lavoro”.
 
Ricordarsi poi che in caso di incidente grave:
- è bene “concordare con la polizia come e quando informare i familiari” delle vittime stabilendo chi all’interno dell’azienda assisterà gli ufficiali di polizia incaricati;
- i familiari “non devono in nessun caso essere avvisati per telefono dal momento che la reazione delle persone non è prevedibile e per telefono non è possibile gestire la situazione”.
 
Il documento offre poi alcune informazioni utili per le comunicazioni con la stampa
Suva consiglia di attenersi a queste indicazioni:
- “soltanto una persona (il capo azienda o il portavoce) deve essere autorizzata a dare informazioni”. Tutti i giornalisti che si rivolgono all’azienda per l’incidente “devono essere messi in contatto con lei”, in modo da evitare che qualcuno dia informazioni sbagliate o distorte;
- poiché “l’interesse della stampa per l’accaduto e la richiesta di materiale fotografico è normale e comprensibile”, la soluzione migliore è “organizzare una conferenza stampa in una località vicina”.
Inoltre è importante:
- “attenersi strettamente ai fatti e dare soltanto informazioni veramente fondate”;
- definire come tali eventuali ipotesi e sospetti;
- aiutare le persone coinvolte nell’infortunio o che hanno assistito all’accaduto a rimanere al riparo dai curiosi e dai giornalisti.
 
Infine il documento offre informazioni e misure per superare le conseguenze del trauma alle persone coinvolte, i familiari e gli amici.
 
Dopo un’esperienza traumatica di questo tipo è bene cercare di distrarsi con attività rilassanti e piacevoli, prendere il tempo necessario per riposarsi e rilassarsi, frequentare ambienti familiari, parlare dell’esperienza vissuta con persone fidate.
È importante far passare il tempo necessario per rielaborare l’esperienza vissuta e cercare di ritornare gradualmente alla normale vita quotidiana, alle abitudini, agli impegni e hobby.
Delle conseguenze di questi traumi è bene parlarne anche con il datore di lavoro e il personale competente in azienda.
 
Infine è possibile aiutare un familiare o un amico che ha assistito ad un grave infortunio. Ad esempio offrendogli il nostro sostegno, ascoltandolo, trascorrendo del tempo con lui.
È possibile parlare della sua esperienza, ma solo se lo desidera e aiutarlo ad organizzarsi “per i primi giorni dopo l’evento traumatico, cercando di capire con lui cosa potrebbe aiutarlo a stare meglio”.
 
 
N.B.: Gli eventuali riferimenti legislativi contenuti nel documento originale riguardano la realtà svizzera, i suggerimenti indicati possono essere comunque di utilità per tutti i lavoratori.
 
 
Suva, “Pronto soccorso psicologico: cosa fare dopo un grave infortunio sul lavoro?", luglio 2010 (formato PDF, 424 kB).
 


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