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Cambiamenti climatici, a qualcuno convengono

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Ambiente

06/09/2007

Alcune regioni d’Europa traggono benefici economici dall’effetto serra.

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I paesi del Nord - Gran Bretagna o Scandinavia - per un periodo abbastanza lungo, potrebbero trarre dei benefici economici dall’effetto serra, in settori chiave come l’agricoltura, la forestazione, il turismo. Nel Mediterraneo, invece, oltre otto settori economici su dieci peggiorano a causa dei cambiamenti climatici.
 
E’ quanto emerge dalla rielaborazione dei rapporti internazionali (ONU e Unione Europea)  effettuata dal Ministero per l’Ambiente alla vigilia della  Conferenza nazionale sul clima, in programma dal 12 settembre 2007.
 
Il cambiamento climatico porterà a un miglioramento di quasi il 40% degli indicatori degli impatti sociali e ambientali nel Nord Europa, mentre a peggiorare nel Mediterraneo sono l’85% dei dati.
“Tutti – afferma il Ministero - avranno da perdere, dall’aggravamento dell’effetto serra, ma paesi come l’Italia, la Spagna e la Grecia saranno maggiormente danneggiati nelle loro economie, oltre che nei loro ecosistemi, dall’innalzarsi della colonnina di mercurio.”
 
Secondo le previsioni dei ricercatori nei paesi meridionali del continente aumenteranno gli areali di diffusione di rettili e anfibi, diminuirà la domanda di energia in inverno e, come dovunque in Europa, si ridurranno le ondate di freddo.
Inoltre, i cambiamenti del clima indurranno (o costringeranno) le autorità competenti a un miglioramento della gestione integrata della fascia costiera (minacciata dall’innalzamento del livello del mare) e dei laghi costieri che aumenteranno le loro dimensioni.
 
Per il Mediterraneo 34 indicatori sui 42 presi in considerazione indicano un peggioramento della situazione ambientale ed economica.
 
“A cadere verticalmente, nei nostri paesi, saranno la disponibilità di acqua, la durata della copertura nevosa, il turismo estivo oltre a quello invernale, l’area fertile per l’agricoltura, i raccolti estivi e invernali, l’estensione delle spiagge sabbiose.
Aumenteranno la domanda di energia estiva, le ondate di caldo, le possibilità di contrarre malattie legate all’acqua o alla diffusione di insetti dannosi, lo stress idrico.”
 
Situazione molto diversa per il Nord Europa, che vedrà migliorare le condizioni dell’agricoltura, del turismo, la bilancia energetica durante i mesi invernali.
Per contro, ad aumentare nel Nord saranno le alluvioni  e le tempeste.
 
Gli scenari indicano che il riscaldamento avrà luogo soprattutto in inverno nel nord e soprattutto in estate nel Mediterraneo.

Ecco le previsioni.
 
Agricoltura. Le precipitazioni invernali aumenteranno nel nord e diminuiranno nel sud. La disponibilità di acqua nel Mediterraneo in estate potrebbe ridursi dell’80%, le necessità di irrigazione cresceranno per l’agricoltura mediterranea, mentre nel nord rimarranno stabili o diminuiranno.
Scenderà nel sud l’affidabilità dell’energia idroelettrica.
A nord il clima più caldo e la maggiore quantità di anidride carbonica in circolo nell’atmosfera faranno aumentare la produttività agricola, mentre nel Mediterraneo e nei Balcani diminuirà.
Secondo queste elaborazioni le aree adatte alla coltivazione del mais potrebbero aumentare del 30-50% in Irlanda, Scozia, Svezia meridionale e Finlandia, mentre la stessa pianta avrà sempre maggiori difficoltà a crescere nell’area mediterranea, così come i girasoli e la soia. Le foreste guadagneranno terreno nei paesi settentrionali e si ritireranno nel meridione.

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Turismo. “Se vorrà sopravvivere , gran parte del turismo mediterraneo dovrà adattarsi a un cambiamento di stagione, spostarsi verso la primavera e l’autunno, e comunque le alte temperature porteranno a una migrazione verso nord dei flussi turistici.”
Negativo l’impatto dei cambiamenti climatici sull’industria europea dello sci, vista la mancanza di copertura nevosa che si prevede soprattutto per l’inizio e la fine della stagione.
 
Energia. Riscaldamento. Le previsioni indicano che nel 2050, la domanda di riscaldamento potrebbe ridursi del 5-10% in Gran Bretagna, e quella di elettricità dell’1-3%, con 2 gradi di temperatura in più, e per il 2100 si calcola un risparmio di almeno 20-30%.
Nel Mediterraneo, a fronte di un risparmio di riscaldamento per 2-3 settimane, si prevede una crescita per il raffreddamento degli edifici di 2-5 settimane: già nel 2030 le necessità di energia elettrica per i condizionatori potrebbero innalzarsi di quasi il 30%.
 
Assicurazioni. Le previsioni riguardano anche le…assicurazioni. “A perderci, o comunque a doversi adeguare a scenari in drammatico cambiamento sarà il sistema assicurativo, che oggi copre questo genere di catastrofi ma non la siccità, di nuovo penalizzando il sud del continente.”

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