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SARS: ci si prepara all’autunno

Dal mese di marzo il Ministero della Salute ha adottato misure di prevenzione e controllo della Sars, in particolare negli scali aeroportuali e marittimi, alle frontiere.

In previsione della stagione fredda e della comparsa delle forme influenzali, i cui sintomi possono essere confusi con quelli della Sars, è importante che tutte le strutture sanitarie siano coordinate e preparate a gestire la situazione.
Anche le Prefetture sono state allertate per rafforzare i controlli nei campi di accoglienza collocati in molte Regioni del territorio nazionale, dove trovano asilo gli immigrati senza permesso di soggiorno e dove vengono sottoposti a una più stretta sorveglianza coloro che provengono da zone a rischio.

In un incontro avvenuto nei giorni scorsi a Roma il Ministro della Salute, il Prof. Sirchia, ha proposto alle Regioni il piano elaborato dagli esperti della Task Force istituita presso il Consiglio Superiore di Sanità.
Le disposizioni hanno l’obiettivo di organizzare il sistema di sorveglianza e prevenzione, diagnosi e terapia della SARS nei nuovi scenari epidemiologici che potrebbero presentarsi a medio termine e nella prossima stagione invernale (2003-2004).
Le linee di indirizzo per far fronte al fenomeno SARS, nell’eventualità che il fenomeno si ampli, riguardano essenzialmente il controllo sul territorio, gestito dalle Regioni.

Ogni regione dovrà predisporre un Programma per la prevenzione e il controllo della SARS che preveda l’attivazione di un Nucleo Operativo Regionale che realizzi un Piano Regionale SARS.

Il piano deve includere la formazione e informazione di medici di famiglia e pediatri; la verifica dei Reparti di Malattie Infettive attrezzati per il ricovero di casi sospetti; la messa punto del trasporto dei casi sospetti; la gestione dei contatti del malato e dei flussi informativi.

Anche tutti i cittadini devono essere informati sulle modalità di trasmissione del virus, sul rischio di contrarre la malattia, sulle misure di prevenzione individuali e collettive. L’”’Informazione e la formazione – afferma il Ministero - sono lo strumento principale di prevenzione”.

Per quanto concerne la gestione del caso sospetto sul territorio, il percorso ideale di assistenza al caso sospetto di SARS comincia con la telefonata del paziente al medico di famiglia o al pediatra. Segue la visita a domicilio del medico di famiglia o del pediatria (muniti di protezioni individuali come la mascherina FFP3) che, se lo ritengono opportuno, attivano il Nucleo Operativo Regionale per l’eventuale ricovero.
Per il trasporto devono essere predisposte ambulanza ad hoc e il personale di servizio deve essere adeguatamente formato e dotato dei necessari dispositivi di protezione individuale.
“E’ sconsigliato, in prima battuta, il ricorso al Pronto Soccorso, in cui comunque deve essere attivata una Sala Visita ad hoc.”

I laboratori di analisi che ricevono campioni biologici dai Reparti di Malattie Infettive devono essere in grado di individuare in modo rapido le infezioni dai virus dell’influenza A e B, RSV, virus parainfluenzali Metapneumovirus, Clamidia, Micoplasmi, Legionelle ed altri che possono mimare la SARS.

Le raccomandazioni elaborate dagli esperti della Task Force sono state sintetizzate, in dieci punti Sul sito del ministero della Salute,.
Il testo completo può essere letto qui.
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