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Gratta e vinci...senza premi
La Guardia di Finanza ha sequestrato nei giorni scorsi cinque milioni di "gratta e vinci" denominati "Giocagiò", per un valore di 11 milioni di euro.
I tagliandi promettevano false vincite per migliaia di euro, ma in realtà gli acquirenti fortunati potevano sperare solo in premi di poche decine di euro.
Dall’analisi dei cliché sequestrati (cd-rom contenenti i file per la produzione e stampa dei biglietti), gli investigatori hanno appurato che solo i premi minori, fino a 50 € di valore, erano presenti nelle confezioni di biglietti in vendita. I premi maggiori, fino a 10.000 €, non erano mai stati inseriti.
I tagliandi erano messi in vendita da una organizzazione, che con uno stratagemma voleva eludere la Legge 401/89, che disciplina i giochi e le scommesse, rientranti nel regime delle autorizzazioni di cui solo lo Stato è titolare.
La commercializzazione dei gratta e vinci era associata alla vendita di prodotti editoriali, quali cartoline raffiguranti litografie di famosi pittori.
Gli esercenti invece erano soliti vendere i soli gratta e vinci, pubblicizzati nelle vetrine dei negozi, talvolta anche affiancati a quelli emessi dall’Ente Monopoli di Stato.
I tagliandi promettevano false vincite per migliaia di euro, ma in realtà gli acquirenti fortunati potevano sperare solo in premi di poche decine di euro.
Dall’analisi dei cliché sequestrati (cd-rom contenenti i file per la produzione e stampa dei biglietti), gli investigatori hanno appurato che solo i premi minori, fino a 50 € di valore, erano presenti nelle confezioni di biglietti in vendita. I premi maggiori, fino a 10.000 €, non erano mai stati inseriti.
I tagliandi erano messi in vendita da una organizzazione, che con uno stratagemma voleva eludere la Legge 401/89, che disciplina i giochi e le scommesse, rientranti nel regime delle autorizzazioni di cui solo lo Stato è titolare.
La commercializzazione dei gratta e vinci era associata alla vendita di prodotti editoriali, quali cartoline raffiguranti litografie di famosi pittori.
Gli esercenti invece erano soliti vendere i soli gratta e vinci, pubblicizzati nelle vetrine dei negozi, talvolta anche affiancati a quelli emessi dall’Ente Monopoli di Stato.
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Rispondi Autore: gennaro Leonel - likes: 0 | 26/11/2010 (22:01:29) |
A distanza di circa sette anni la corte di appello del tribunale penale di Roma con sentenza del 19- 02- 2010 ha assolto perchè i fatti contestati alla società Italgrafica di roma ideatrice e promotrice dei concorsi giocagiò dalla Guardia di Finanza di Treviso erano del tutto infondati ed i concorsi erano tutti perfettamente leciti. Solo per doverosa tnformazione anche dei finanzieri... |